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Corbo: “ADL si interroghi, i mediocri rifiutano il Napoli e i migliori fuggono! Perchè?”

Opinioni
14 Novembre 2016 09:02 Di redazione
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Che il Napoli tenti di acquistare Pavoletti, sembra giusto. Cerca una punta centrale di pronto impiego, è gradito a Sarri, può pagarlo una ventina di milioni, mica poco, ma un attaccante gli manca. Che Pavoletti rifiuti il Napoli, è invece un flop. Deve far riflettere De Laurentiis ed il suo indecifrabile allenatore. Come può un giocatore di carriera oscura, 28 anni il 26 novembre, con otto partite su 12 e appena 3 gol in serie A resistere alla prospettiva si trasferirsi nella terza città italiana, di passare dal Genoa ad un club di Champions, di elevare l’ingaggio da poco più di un milione a due? Non sarebbe il primo no, Lapadula attaccante operaio rifiutò Napoli per sparire fino all’ultima domenica sulla panchina del Milan. C’è qualcosa che non va nel Napoli, è da spiegare il suo fascino calante, va rilanciata la sua immagine se i mediocri rifiutano ed i migliori come Lavezzi, Cavani e Higuain fuggono. Sembra passato un secolo da quando Maradona si ribellò alla superbia catalana del Barcellona urlando “Yo quiero irme”, io voglio andar via. Volle Napoli ed il Napoli. Pavoletti potrebbe ripensarci, ma i suoi dubbi sono un punto di confine.

De Laurentiis e Sarri devono ripresentarsi al calcio internazionale nei loro volti migliori. La strisciante tensione fa apparire il Napoli come un club agitato, un approdo insicuro, una stazione di passaggio e mai di arrivo. Comincia invece sabato a Udine un campionato diverso: riparte dal sesto posto con 9 punti meno della Juve. La rimonta è ancora possibile se società, allenatore e squadra si convincono: l’attuale bilancio e l’addio alla Champions sarebbero una disfatta per tutti. Il club che sale verso un fatturato di 230 milioni rischia di perderne oltre 50, oltre a rispettare il monte ingaggi molto più alto. Sarà inevitabile ridimensionare il mercato. Fondate le preoccupazioni del presidente.

Ma anche Sarri si gioca tutto: la carriera. Sommerso di elogi, apprezzato per il secondo posto e l’eleganza del gioco, gratificato per il recupero commerciale di Higuain ed altri, oggi Sarri fa discutere per non aver fuso in tempo vecchi e nuovi. L’infortunio di Milik non giustifica il crollo in classifica, vi sono altri motivi. La gestione di Gabbiadini travolto da sostituzioni e sfiducia, l’attesa di alcuni acquisti, l’insolita serie di malanni muscolari che coincide con l’arrivo di 4 nuovi collaboratori scelti proprio da Sarri. Da Albiol a Giaccherini mai così lenti i recuperi di forma. Si è intanto acuita la tensione. Il presidente da sempre sollecita cambi di formazione e alternative tattiche, l’allenatore insiste sul 4-3-3 travestendo anche Mertens da punta centrale pur di non cambiare.

La regola penalizza anche Gabbiadini. Devono tutti adeguarsi al modulo dell’allenatore o lui alle caratteristiche dei giocatori? Bei tempi quando Van Gaal vinceva con il suo “Calcio flessibile”. L’emergenza chiede colpi di fantasia per salvare i punti, anche a danno dell’estetica. Quello che tiene ancora al vertice una Juve mediocre rispetto al suo trend. In questa revisione delle dinamiche interne, va creato un vero settore giovanile. Possibile che il Napoli non abbia un solo giovane attaccante da inserire? Fino a quando dovranno essere subiti i tentennamenti di maturi artigiani del gol come Pavoletti? Non si esce da Pavoletti e Zaza, possibile? Sorprende poi come Giuntoli non accenda i fari sul mercato estero. In tv si vedono cascate di eurogol. Fuori la verità: ha pochi informatori o poteri limitati?

di Antonio Corbo – La Repubblica.

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