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De Magistris chiama, De Laurentiis non risponde: è gelo sul San Paolo! Collaborazione a rischio

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22 Novembre 2016 09:20 Di redazione
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De Magistris chiama, Aurelio De Laurentiis (per ora) non risponde: né favorevole, né contrario, sussurrano dal suo quartier generale romano, anche se gli importanti e tanto attesi sviluppi della vicenda San Paolo non lo possono lasciare indifferente. Il Napoli è infatti di gran lunga il principale inquilino e fruitore dello stadio: pur non essendone neppure l’unico affittuario.

È dunque abbastanza inverosimile che il club azzurro resti neutrale e distaccato davanti ai lavori che stanno per cambiare il volto alla sua “casa”: nonostante l’impianto di Fuorigrotta appartenga al Comune e il sindaco si sia assunto da solo l’onere economico del maquillage. Eppure, a dispetto di logica e apparenze, è proprio questa la posizione (di attesa) assunta dal presidente: che ieri si è concentrato solo sui suoi impegni cinematografici, tenendosi alla larga da palazzo San Giacomo.

La linea scelta dal patron è quella del no comment, che si può solo interpretare. Ma è un silenzio gelido, che “parla”: anche se de Magistris e De Laurentiis hanno smesso di farsi la guerra, negli ultimi tempi. È infatti arrivata alle ultime puntate la telenovela della concessione del San Paolo, che è scaduta da tempo e verrà finalmente rinnovata prima di Natale, salvo ulteriori colpi di scena. Il club azzurro è disponibile a firmarla in ogni istante, appena l’amministrazione sarà (a sua volta) nelle condizioni di siglare il nuovo accordo: già definito dal punto di vista economico e legale. Il presidente non si fida però della burocrazia, che ritiene il principale motivo delle sue divergenze con il sindaco: sfociate spesso in litigi. «Quando parliamo a quattr’occhi va tutto bene, poi si spegne la sua luce e ricominciano i problemi».

È ancora in corso un contenzioso sui crediti vantati dal Napoli nei confronti di palazzo San Giacomo, per precedenti lavori d’urgenza allo stadio (tra cui l’installazione dei tornelli) eseguiti a spese dalla società. Della vicenda si sta occupando la Corte dei Conti, con un orientamento che dovrebbe portare a un compromesso: una parte della cifra anticipata (6 milioni) sarà rimborsata, il resto no. Pure in questo caso, dunque, ci sono buone speranze di evitare uno scontro frontale, che non conviene a nessuna delle parti e renderebbe la situazione esplosiva.

De Magistris e De Laurentiis devono almeno trovare un modo per convivere, se non per remare nella stessa direzione. I lavori che stanno per iniziare al San Paolo, infatti, avranno un senso soltanto se la squadra continuerà a giocare a Fuorigrotta: altrimenti si tratterebbe di soldi buttati. Ma non basta la tregua attuale per spianare la strada a un rapporto ancora più stretto, di pace e collaborazione: di cui per adesso non si vedono i presupposti. Il presidente del Napoli aveva sempre parlato chiaro, del resto. «Metto io i soldi per cambiare il look allo stadio, a patto però che la ristrutturazione sia affidata direttamente a me».

Il suo progetto, che prevedeva l’investimento iniziale di quasi 20 milioni ed era stato disegnato dall’architetto Gino Zavanella, il “papà” tra l’altro dello Juventus Stadium, è stato invece sonoramente bocciato dai burocrati del Comune: per motivi economici e non. Al di là dei soldi, considerati pochi, le divergenze tra le parti si sono rivelate incolmabili sulla capienza e la eliminazione della pista per la atletica. Aurelio De Laurentiis immaginava un altro San Paolo: massimo per 40 mila spettatori e con le tribune spioventi sul campo.

Ecco perché Luigi de Magistris ha preferito alla fine fare da solo: opponendosi alle modifiche strutturali proposte dal Napoli. Una scelta legittima, visto che il Comune è proprietario dello stadio. Ma che adesso, al di là dei rasserenati rapporti tra le parti, complica la strada per una collaborazione futura. Il club azzurro, infatti, difficilmente investirà a sua volta nell’impianto di Fuorigrotta: subentrando in un progetto che ha la paternità del sindaco ed è diverso da quello ideato dal presidente. Così stanno le cose: De Magistris chiama, De Laurentiis non risponde.

Fonte – Marco Azzi – La Repubblica

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