Higuain chiede 680 mila euro, ma ADL gli ha dato più del dovuto: i dettagli dello scontro
In realtà i 680mila euro per cui Higuain il 30 marzo ha citato il Napoli davanti al Collegio arbitrale non c’entrano nulla con la sua cessione alla Juve (nelle carte del procedimento infatti non ci sono documenti che contengano riferimenti alla clausola rescissoria): come evidenzia l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, sono il calcolo triennale della tassa di solidarietà che il governo Berlusconi nel 2011 (legge 148) stabilì per tutti i redditi superiori ai 90mila euro (minimo poi alzato a 300) annui, soldi che il Napoli, come sostituto d’ imposta, ha versato all’ erario, per conto del proprio lavoratore dipendente, Gonzalo Higuain.
Trattenendoli, poi, dalle sue buste paga. Soldi che ora l’argentino reclama. Già sei anni fa, quando la legge fu introdotta, le società polemizzarono con i calciatori, che non volevano pagare. Poi, si è trovato il modo di comprendere negli ingaggi anche l’ odiato balzello. De Laurentiis ha versato ad Higuain anche più dei 5.750.000 euro netti che il contratto triennale col Pipita prevedeva, elargendogli premi non previsti ad ogni prestazione straordinaria del centravanti.
Tanti soldi in più, non a caso gli stipendi di Higuain, pur decurtati della tassa di solidarietà, non sono mai scesi sotto le cifre previste dal contratto. È il motivo principale per cui De Laurentiis, convinto oltretutto di rispettare la legge, andrà fino in fondo a questa storia, senza fare sconti. Lo assiste l’avvocato Mattia Grassani, mentre il legale di Higuain è il torinese Carlo Bosso. Gli arbitri di parte sono Salvatore Civale per il giocatore e Bruno Piacci per il club. Il primo scontro sarà sulla nomina dell’ arbitro super partes.