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De Laurentiis: “Se Napoli la odi, devi andare via. Se parte qualcuno ce ne faremo una ragione. Io sono napoletano…”

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22 Aprile 2017 12:14 Di redazione
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De Laurentiis in conferenza stampa: ” “Il primo passo per uno scudetto? Non posso dire che il secondo posto è come uno scudetto, però prima o poi ce lo prenderemo. Come nel cinema, più film ci sono e più il pubblico si ecciterà. Ben vengano i cinesi al Milan e all’Inter, basta che non vengano a scassarci il salsicciotto a casa nostra. Tra gentiluomini, se le istituzioni ce lo permetteranno, vedremo di far crescere il calcio italiano. Lorenzo è uno che nasce con amore, ardore e passione sul territorio. Dice di voler essere una bandiera, e questo è un sentimento che puoi avere anche in Hamsik ma non lo puoi riscontrare in tutti. Noi siamo quelli del progetto, siamo dei bravi ingegneri, non abbiamo paura di perdere dei pezzi importanti per strada.

Far rimanere le persone malvolentieri non conviene a nessuno, questa è una città che se la odi devi andare via. Non è che stare a Napoli è come stare a Torino oppure Manchester: Napoli ha una storia che ti coinvolge e non finisce mai secolo dopo secolo. Non è la solita pappa che abbiamo sentito, ci sono un miliardo di storie che si intrecciano. Non puoi abbandonare la napoletanità. A chi mi dice che non sono napoletano rispondo ‘”ma che ne sai di me?”. Ho avuto degli zii che mi hanno raccontato Napoli nei fatti, quando papà mi portava a piazza Municipio a tre anni l’ultimo dell’anno per farmi vedere il porto con i fuochi d’artificio, era qualcosa che ad un bambino rimane. Il fatto di perdere qualche pezzo importante, beh, ce ne faremo una ragione. Ma quanto è noioso allenare sempre le stesse persone, e dover dire di fare sempre lo stesso gioco, i giocatori hanno capacità diverse. Tra me e Giuntoli c’è sempre un dialogo, magari propongo giocatori e mi viene detto che non vanno bene per Sarri o per il tipo di gioco. Ad un certo punto il calcio Napoli è un contenitore dove ci sono bandiere inaffondabili, e tutto il resto è in fieri perchè se cambiassi allenatore, il nuovo potrebbe essere catenacciaro e farebbe un gioco diverso.

Le cose non si possono definire in formule matematiche nel calcio: c’è un progetto nato 12 anni fa, e sono fiero di aver fatto dei passi da gigante in un contesto difficile, è il film che mi è riuscito meglio, non mi sono mai sentito offeso dal lavoro. Se ci sono altre difficoltà che ben vengano. Gianluca Gaetano? Mi piace, ma Insigne è unico. Lorenzo è un signore che gioca un calcio suo, non paragonabile ad altri. Il fratello lavora bene e sta in una squadra seria, speriamo vada avanti”

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