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“Chiedevo a Dio il perchè mi aveva fatto così debole fisicamente”. Il racconto da brividi sull’adolescenza di Mertens

Calciatori
26 Aprile 2017 14:32 Di redazione
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La pagina Facebook Football Come religione ha postato uno splendido racconto sull’adolescenza di Mertens:

Henk Grim il capo scout del Nec Nijmegen lo chiamava “il nano da giardino”. Gli ribadiva ogni giorno che non avrebbe potuto fare il calciatore. Troppo gracile, troppo piccolo, troppo forte tecnicamente, ma inconcludente. Servivano ragazzi con muscoli e corsa. Prima di Grim, anche il vivaio dell’Anderlect e del Gent, lo avevano messo alla porta.

“In quel periodo, mi chiudevo nello spogliatoio e piangevo. Chiedevo a Dio il perché mi aveva fatto così debole fisicamente”.

Tornava a casa, con la voglia di dimostrare che si sbagliavano. Nel giugno del 2006 decise di allenarsi da solo. Quando Messi giocava il suo primo mondiale Dries correva da solo nei boschi di Apeldoorn, in vista della sua prima stagione da professionista nell’Agoov, Serie B olandese. Uno specialista di Anversa, in quel periodo, gli ha consigliato il calcio a cinque, ma lui non lo ha ascoltato. Era convinto che poteva emergere e lo ha fatto… Il calcio se ci pensate, non è una scienza esatta. Un calabrone, non potrebbe mai volare, perchè il suo corpo è sproporzionato alle ali. Però il calabrone non lo sa, e quindi vola lo stesso. Lui non è un tipo che porta rancore, ma siamo sicuri che ad ogni goal ripensi alle parole del capo scout del Nijmegen. Siamo sicuri che ripensi alle lacrime chiuso in quegli spogliatoi freddi dell’Olanda e del Belgio. Aveva solo 14 anni, ma sapeva che sarebbe prima o poi diventato un folletto capace di scrivere favole su un campo da calcio.

Dal fango di Louvre, all’oro di Napoli. Questo oggi è Dries Mertens.
Continua così nano da giardino…

 

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