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Cragno: “Ho dimostrato di essere da Serie A!”, il Napoli c’è

Calciatori
18 Giugno 2017 13:00 Di redazione
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L’edizione odierna de La Repubblica propone un’intervista ad Alessio Cragno, portiere che ha portato il Benevento in A, rientrerà al Cagliari dal prestito, lo segue già il Napoli. È il portiere dell’ Under 21, o almeno lo è stato per buona parte delle qualificazioni a quest’ Europeo. Adesso gli tocca lasciare il posto a Donnarumma. Ha scelto il numero 17, non è scaramantico.

Cragno, non dev’ essere facile accettare la panchina proprio adesso «Ora più che mai bisogna ragionare con il Noi e non con l’ Io. La possibilità di schierare tutti i giovani migliori è un’ arma in più, pensiamo al bene della Nazionale, non alle questioni personali. Comunque nessuno aveva il posto assicurato prima, la concorrenza sarà uno stimolo per tutti, io continuerò a dare il massimo, non mi sento riserva o titolare. Pensiamo ad arrivare in fondo, possiamo farcela. Il gruppo c’ è, siamo amici anche fuori, questa è la grande forza dell’ Italia».

Da dove comincia la sua storia?
«Da Fiesole. Papà Stefano bancario, mamma Lorella infermiera, mio fratello Andrea attaccante nella Primavera del Livorno, l’ anno scorso era in prestito in D alla Fezzanese. Io da piccolo facevo nuoto, ma non mi piaceva stare da solo. A scuola calcio ero l’ ultimo arrivato: il portiere aveva la febbre, credo, mi misero al suo posto, non sono più uscito. Ho fatto un po’ di provini, Roma, Fiorentina, per un motivo o l’ altro non andavano mai a buon fine. Perché? Senza polemica, dovreste chiederlo a loro. Poi a 16 anni mi ha preso il Brescia».

Ogni portiere cova un po’ di follia. E lei?
«Ma no, sono un ragazzo tranquillo. Mi rilasso con i puzzle, leggo Ken Follett. E guardo i vecchi filmati di Higuita, uno fuori dalla normalità, ma non arriverò mai a uscire palla al piede o a fare il colpo dello scorpione.
Forse tirerei una punizione o un rigore, in allenamento ci provo, il mio idolo era Batistuta, il mio modello Casillas, per l’ eleganza. L’ unica follia che faccio è nelle uscite: se devo evitare un gol non ho paura di mettere la faccia dove gli altri mettono il piede. Con lo staff del Benevento rivedo sempre tutti i miei movimenti al video, per capire dove sbaglio: dal vivo non hai sempre la sensazione giusta ».

E ora dove andrà a giocare?
«Penso di aver dimostrato di meritare la A, di poterci stare. Però confesso che sono talmente concentrato sull’ Under 21 che ci penserò solo al rientro. E poi fino a ieri praticamente ero dentro ai play-off di B, sono state partite intense, emozioni forti, una dopo l’ altra, a Benevento abbiamo fatto la storia, ce ne renderemo conto solo a mente fredda. Contro lo Spezia, nei quarti, ho preso un gol per un errore, una papera, via: tutto lo stadio mi ha applaudito, una cosa incredibile. Io ho chiesto scusa e ho scherzato: volevo solo movimentare un po’ la partita»

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