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Rapporto quotidiano degli azzurri coi fratelli arrestati, ma non c’è reato: totalmente inconsapevoli!

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23 Giugno 2017 07:45 Di redazione
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L’edizione odierna del Mattino svela i dettagli della vicenda dei tre fratelli arrestati legati ai clan camorristici: “È un sottobosco. Anzi, peggio: è una palude. E spesso i calciatori del Napoli ci cascano con le scarpette, i tacchetti e tutto il resto. Vedi alla voce amici dei giocatori, spesso vero e proprio sinonimo di guai.

Reina, Callejon, Paolo Cannavaro, lo stesso Higuain, sono per i fratelli Esposito, gli imprenditori di Posillipo finiti in manette nell’ ambito di un’ inchiesta della Dia di Napoli, i campioni da esibire come trofei sulle bacheche di Facebook, i loro quaderni quotidiani. È dai loro profili che gli inquirenti napoletani capiscono che i fratelli Esposito sono in partenza per Ibiza.

Dove, guarda caso, c’ è proprio Reina. In compagnia di Tonelli. Forse coincidenza. O forse no. «Fratmo José», scrive sul suo profilo Gabriele Esposito. Vuole mostrare a tutti che Callejon, il grande esterno azzurro, uno dei protagonisti del Napoli, festeggia con lui (e con Reina) il suo compleanno.

Premessa: non c’ è una sola fattispecie di reato commessa dai giocatori azzurri in questa frequentazione. Perché l’ ingenuità, il non capire chi fossero davvero questi amici disposti a tutto per renderli felici, sempre a disposizione per ogni esigenza, non hanno valenza per il codice penale. Nessun calciatore risulta indagato, nonostante siano centinaia le intercettazioni tra i giocatori e gli arrestati di ieri da parte della Dia. D’ altronde, di relazioni pericolose tra gloria sportiva e malavita è piena la storia del calcio, e neppure una divinità calcistica come Diego Maradona ha saputo sfuggire alla regola.

E allora di che stupirsi? Callejon festeggia i suoi 30 anni con gli Esposito, Reina passa molto del suo tempo libero, anche di giorno e non solo a cena o nei locali, a spasso con i fratelli, se c’ è qualcuno del Napoli che ha bisogno di noleggiare una barca c’ è sempre uno di loro che risolve la questione. Pepe, per esempio, si rivolge a uno degli Esposito persino per il trasloco in Germania, quando va a Monaco di Baviera nel 2014. È un rapporto quotidiano, dicono le carte, ma non c’ è nulla, proprio nulla, che costituisce reato.

Probabilmente, i giocatori ignorano del tutto gli affari loschi in cui, secondo gli investigatori partenopei, sono coinvolti gli arrestati. Sempre Gabriele scrive quasi commosso: «Grazie a Paolo (Cannavaro, ndr) ho conosciuto te grande uomo oggi mio amico fraterno e forse anche di più. Non so che sia ma è un bene immenso». È una camorra che i magistrati definiscono di secondo livello, quella che frequentano i campioni azzurri. Ma che i calciatori, presumibilmente, ignorano sia camorra: perché non spaccia, non fa estorsioni, non fa minacce. Ha il volto pulito di una nuova classe imprenditoriale. Si fanno fotografare anche mentre abbracciano Maradona, durante la sua breve permanenza a Napoli a gennaio. Perché hanno il Napoli nel cuore”.

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