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Prandelli: “Napoli e Juve sullo stesso livello. Mossa vincente di ADL, azzurri favoriti col Nizza”

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12 Agosto 2017 10:15 Di redazione
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Cesare Prandelli, ex ct della Nazionale, ha rilasciato un’intervista al Mattino: «Forse ce l’ ha fatta davvero. Ha spento quella voglia che aveva di incendiare il mondo e ha trovato la giusta identità al Nizza. Ma Mario o non Mario, il Napoli è più forte e passerà il turno. A Balotelli voglio bene e se in Francia è felice, io sono felice per lui. Ma nel preliminare Champions vedo la squadra di Sarri nettamente favorita. Il suo gioco è già ai livelli della passata stagione. E stiamo solo ad agosto».

Prandelli sa bene come si battono le maledizioni: perché negli ultimi dieci anni per due volte ha superato l’ ostacolo del playoff di agosto. Allora, come si fa Prandelli?
«Facendo proprio come ha fatto il Napoli: cambiando poco senza farsi trascinare dalle sirene del mercato, puntando sulla solidità di un gruppo che ha fatto cose straordinarie nella passata stagione. Non era questa l’ estate giusta per cambiare, c’ è da chiudere un ciclo».

Lei ha eliminato nel 2009 lo Slavia Praga e l’ anno dopo lo Sporting Lisbona. C’ è un segreto?
«È una doppia-sfida complicata che costringe a scombussolare la preparazione e i programmi estivi. E che ti spinge a puntare sulle motivazioni dei calciatori, senza avere il tempo di provare ed allenarti come si dovrebbe, facendo tanti test prima di essere pronto per un appuntamento così importante, che condiziona la stagione per intero. E non solo sotto il profilo economico».

Questo Nizza sembra inferiore al Napoli. Vero?
«Come si fa a dare una valutazione di questo tipo? La terza del campionato francese non è una sprovveduta, non può esserlo. Ha cambiato molti dei suoi giocatori ma a questi livelli non possono esistere squadre deboli. Il Napoli deve pensare a giocare da Napoli e passare il turno».

Questo preliminare può influenzare il campionato?
«Con la Fiorentina non abbiamo pagato lo scotto di un inizio anticipato della stagione. Ma altri sì. Penso alla Sampdoria. Forse incide in negativo essere eliminati, magari ha un peso sull’ aspetto psicologico uscire fuori. Ma se passi il turno è energia pura».

Cosa aiuta in particolare?
«La compattezza del gruppo.

L’ entusiasmo che hai dentro e quello che ti circonda: i tifosi del Napoli sanno di avere una squadra forte».
Sarri tutto questo non piace.

Dice che si vede dietro persino a Milan e Inter…
«Beh, un po’ esagera. Però magari fa bene. Gioca a gettare acqua sul fuoco, ma per merito suo c’ è una squadra in Italia che tutti ci invidiano anche in Europa per capacità di imporre il gioco e di imporsi sugli avversari. Le milanesi hanno bisogno di tempo per contrastare il Napoli».
Però, vince sempre la Juve.

Cambierà qualcosa quest’ anno?
«Io penso che Napoli e Juventus partano dallo stesso piano. Perché aver tenuto tutti i migliori è stata la mossa vincente di De Laurentiis».

Ma cosa manca al Napoli per arrivare davanti a tutti?
«Si devono convincere di essere i più forti. E non solo dicendoselo tra di loro. Devono capire che nel corso dei novanta minuti arrivano dei momenti di sofferenza in cui occorre stingere i denti. È bello avere sempre il pallone tra i piedi, ma non è sempre possibile. Ed è dalla gestione di questi momenti che passa il salto verso l’ alto del Napoli».

Non sarà semplice per i bianconeri conquistare il settimo titolo consecutivo, non trova?
«Il punto è che l’ abitudine a vincere ormai ce l’ hanno solo loro in Italia. E questa mentalità è nel loro Dna: anche se è andato via Bonucci, poco è cambiato nella loro testa. Ed è questa la grande forza della Juve: quando arrivano i momenti di difficoltà non ne fanno mai un dramma. Ed è in questo che il Napoli deve maturare».

Giocare a Ferragosto non è proprio da calcio italiano?
«No, non lo è. Ma quando il Napoli scenderà in campo contro il Nizza troverà il San Paolo pieno, 50 mila tifosi a sostenerlo e quasi non farà differenza con una partita d’ inverno».

Il Nizza senza Balotelli, una bella fortuna per gli azzurri?
«Sì, se davvero salterà la gara di andata è un bel vantaggio. Lui cercava un calcio diverso dal nostro, senza i riflettori puntati addosso. Non mi meraviglia che sia finito in Francia: lì riesce a gestire meglio certe pressioni».

La terza del campionato francese può competere con la terza della serie A?
«Certo. Ci sono molti giocatori tecnici in Ligue 1, giovani di qualità che corrono tanto. E a questi livelli correre spesso fa la differenza. È un calcio interessante, dove i club hanno programmato bene e si vede».

Quello del Nizza è stato solo un bell’ exploit? Si è piazzato davanti al Lione, al Marsiglia e altre big.
«Non ci si può più sorprendere. Favre ha lavorato con un gruppo di giocatori arrivati quasi tutti in prestito: ha indovinato tutto, trovando ragazzi con le giuste motivazioni. O forse è più giusto dire che è stato lui bravo a motivarli. Sotto questo aspetto il Napoli deve fare attenzione: arriverà una squadra che non ha nulla da perdere…».

Davvero questo Milan non la impressiona?
«Non lo so. Montella è un grande tecnico ma bisogna capire se i giocatori che hanno preso sono da Milan. E per capirlo ci vogliono due o tre mesi. E in Italia se perdi terreno all’ inizio, non lo recuperi più. Anche perché a San Siro non perdonano niente».

Dybala avrà la 10, a Insigne darebbe la 10 del Napoli?
«No, io se fossi in Lorenzo mi terrei stretta la maglia numero 24. Maradona è Maradona è quella maglia è meglio che resti per sempre legata a Diego».

Ventura confermato fino al 2020. Hanno fatto bene in Federazione?
«Se c’ è una programmazione e una condivisione dei programmi, hanno fatto bene a non attendere i mondiali in Russia».

Insigne può essere finalmente l’ uomo chiave anche nell’ Italia?
«Ventura farà le sue scelte in base a quelle che sono le sue esigenze e le sue idee. A Madrid, con la Spagna, è una partita importante. Penso che i giocatori che hanno iniziato prima degli altri la preparazione, per esempio, Insigne, avranno una condizione migliore rispetto agli altri. Io sono sicuro che Lorenzo possa essere protagonista nel Napoli e nell’ Italia».

Prandelli, cosa farebbe lei con Mertens? Lo confermerebbe al centro dell’ attacco?
«Per nulla al mondo lo toglierei da lì, mica sono matto… Ha trovato il centro del suo mondo, si è esaltato. Farei persino fatica a convincerlo a non giocare più in quel posto dove ha trovato i tempi giusti, i meccanismi perfetti».

Che stagione sarà?
«Spero che le squadre italiane tornino a essere protagoniste in Europa, come lo sono state il Napoli e la Juve lo scorso anno. Per il bene di tutti. Anche della stessa serie A».

Lei ora lavora a Dubai: come si mette freno allo strapotere economico degli sceicchi?
«Complicato. Al Psg volevano Neymar e lo hanno preso. Diciamo che per i tifosi sono questi gli anni in cui se uno sceicco compra la tua squadra del cuore… è un bel colpo di fortuna»

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