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ADL e Giuntoli facciano qualcosa, Quagliarella deve chiudere la carriera al Napoli!

Opinioni
17 Marzo 2017 08:33 Di redazione
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Marco Marsullo, scrive della querelle relativa a Fabio Quagliarella, nel suo fondo sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport: “Quando se n’ è andato da Napoli, io me lo ricordo quello che si diceva di Fabio Quagliarella, qui in città. Me lo ricordo attraverso i miei amici, che ironizzavano e si incazzavano, che avevano messa la sua figurina sul muro del bagno. Quella cessione improvvisa alla Juve, che sapeva di tradimento, come questa estate Higuain.

Imperdonabile finire a Torino per un calciatore azzurro, napoletano poi: impossibile. Soltanto che, a differenza del 9 argentino, Quagliarella stava vivendo un incubo, ora finalmente risolto e, soprattutto, rivelato. Perché ci sono tanti modi di ammazzare un uomo, non soltanto terminandogli la vita. Un uomo può morire perché perseguitato, perché insultato dai suoi compaesani, perché si tiene dentro cinque anni una verità che lo scagionerebbe. E cinque anni sono la vita, sono tantissimi, ci succedono un sacco di cose in mezzo. E Fabio le ha fatte succedere, segnando come sempre ovunque, ma lontano da Napoli.

L’ intervista alla Iene delle scorse settimane, lo devo confessare, mi ha fatto piangere. Pensare che un uomo, prima che un calciatore, si è dovuto tenere tutto quel dolore dentro, e le ingiurie di chi non poteva sapere, mi ha straziato. Mi ha straziato perché Fabio è un bravo ragazzo e glielo leggi negli occhi. Nella voce spezzata che assolve i napoletani che lo hanno insultato perché, semplicemente, non conoscevano i fatti. Dentro Quagliarella c’ è tutta la maturità di chi sa amare e perdonare, che non è poco, specie nel mondo del pallone fatto di ex che baciano maglie nuove, milioni di euro e holding che versano caparre.

Proprio la maglia è il centro di tutto questo. Perché Quagliarella di maglie ne ha indossate tante, ma a una sola dedicava baci d’ amore. Quella del Napoli. Ora, io non sono nessuno, sono uno dei tanti che ha assistito a questa clamorosa rivelazione. Già all’ epoca non ero d’ accordo con chi lo detestava per il trasferimento: sono scelte di professionisti, non bisogna giudicare a tutti i costi l’ uomo prima che il calciatore per le scelte di una carriera. Però vorrei lanciare un appello, proprio da questo giornale che è la casa dello sport.

Che De Laurentiis, Giuntoli, il Napoli Calcio, facciano tornare Fabio a Napoli per fargli chiudere lì la carriera. Perché se lo merita. E anche perché è ancora un signor calciatore. Ma soprattutto perché è giusto, perché sarebbe un messaggio sportivo bellissimo. Tantissimi tifosi si sono già espressi, tipico spirito partenopeo. Molti esigono un premio alla lealtà estrema di un uomo, di un calciatore, di una persona che ha sofferto, oltre che per la vicenda personale, anche per non aver potuto urlare la verità. Fare un regalo a chi è stato giusto, a chi ha saputo aspettare, a chi ama davvero quei colori. Napoli calcio, ora tocca a te, richiama Fabio, fosse anche per una stagione. Dai l’ esempio al mondo intero di come sai amare chi piange in silenzio per te. Che la città ha già cominciato”.

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