ADL: “Higuain mia intuizione, al Real faceva panchina! Salvini paraculo, sogno un film con…”
Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera:
Cosa pensa di Berlusconi?
«Lo conobbi a Venezia, era il 1978. Portava i capelli lunghi e gli stivaletti coi tacchi, in mezzo a intellettuali che avevano mangiato un manico di scopa. Mi fu subito simpatico».
L’ ha votato?
«Una sera, andando a Parigi, passai da casa sua ad Arcore. Disse: “Mi vogliono levare tutto; scendo in politica”. Risposi che era matto, che avrebbe fatto meglio a vendere e trasferirsi in America, comprare magari la Mgm. Qualche mese dopo andai con Enrico Vanzina a vedere la presentazione di Forza Italia alla Fiera di Roma: un genio. Ma neppure lui è riuscito a cambiare l’ Italia».
Renzi?
«Ha suscitato speranze».
Grillo?
«Girare un film con lui è il mio sogno».
Salvini?
«Gran paraculo: sta cercando di far saltare lo schema Nord-Sud, destra-sinistra. Ma per salvare il Paese ci vorrebbe un triumvirato: Draghi-Tajani-Enrico Letta».
Dicono che lei voglia fare politica «Mai. Tengo troppo alla mia autonomia».
Alla guida di una Lega Sud.
«Le ho detto no. Anche se il sottosviluppo del Sud è una vergogna per il Nord. Bisognerebbe fare subito il Ponte sullo Stretto, per andare da Roma a Palermo in poche ore».
De Magistris com’ è?
«Con un miliardo e 700 milioni di deficit all’ anno, fa quello che può. A Napoli e a Roma ci vorrebbe un Marchionne. Un grande manager, altro che un sindaco».
Nel calcio sarà l’ anno del Napoli?
«Ogni anno può esserlo».
Con Higuain vi siete perdonati?
«Non ho nulla da farmi perdonare. Higuain fu una mia intuizione. Al Real stava spesso in panchina. Lo pagai 38 milioni. Napoli gli ha dato moltissimo. È una città che ha un grande bisogno di amare. Autolesionista, incapace di vedere la verità. Sottomessa da secoli, sempre alla ricerca di un riscatto legato a qualcosa di impossibile; che diventa possibile con il calcio».
Lei è il nuovo capo del marketing della Lega europea. Come mai?
«Il marketing per me è la liason tra il fruitore e il prodotto. Il mio committente è il pubblico. Il poeta ha la voce, il letterato la carta; il film è un’ opera dell’ ingegno che si realizza attraverso un processo industriale, cui lavorano centinaia di persone. Deve rispondere a regole di mercato. I film che mi sarebbe piaciuto fare non li avrebbe visti nessuno».
Lei è forse l’ unico produttore al mondo ad aver avuto una sola moglie.
«Perché sono molto innamorato di lei. Da 43 anni. Anche se noi uomini non capiremo mai una donna sino in fondo».
Lei però ha fama di uomo rude.
«In realtà sono un romantico. Una volta un regista chiese a mio padre: “Ma perché Aurelio è sempre incazzato, sgradevole, duro?”. Lui rispose: “Vedi, tu non hai capito che, quando Aurelio manda qualcuno a fare in culo, si realizza”» .