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ADL scatenato: “Fra 4 anni finale Champions a Bagnoli, ho provocato Insigne. Progetto per Reina e Hamsik”

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4 Luglio 2017 07:51 Di redazione
11'

L’edizione odierna del Mattino riporta le parole del patron azzurro Aurelio De Laurentiis, rilasciate ieri al forum nella sede del giornale napoletano. Ecco quanto evidenziato.

Cosa c’ è da aspettarsi dal Napoli?
«Innanzitutto vorrei rassicurare i tifosi perché abbiamo confermato il contratto di Sarri che ha dimostrato di essere un vero fuoriclasse».

E con un fuoriclasse del suo livello quali devono essere gli obiettivi?
«Prima o poi vinceremo lo scudetto, speriamo più prima che poi. Ma intanto la priorità è andare ancora in Champions».

Ma…
«Dobbiamo tenere gli occhi aperti verso chi non ce lo vorrebbe far vincere: vigilate tutti. C’ è sempre qualche malevolo. Mi sento garantino, ma qui nessuno è fesso».

Napoli che parte tra le favorite, certo, ma le altre contendenti?
«L’ Inter si sta molto rafforzando. Sabatini conosce bene il calcio e Spalletti è un signor allenatore come ha dimostrato all’ anno scorso alla Roma».

E poi?
«Non so se il Milan sarà forte come l’ Inter, ma mi piace il fatto che ci siano cinque squadre come Milan, Inter, Napoli, Roma e Juventus che si giocheranno lo scudetto in maniera sportiva. Vincerà certamente la migliore ma è ovvio che il Napoli potrà essere la migliore di tutte»

Merito della squadra che ha a disposizione di Sarri.
«Abbiamo una rosa che ci invidiano tutti, e io ho avuto la forza di trattenere i migliori anche con parecchi sacrifici».

Ad esempio?
«Ci hanno richiesto Koulibaly e abbiamo detto di no. Così come abbiamo fatto per le richieste ricevute per Mertens, Strinic, Giaccherini e Jorginho».

A proposito di cessioni: la situazione legata al rinnovo del contratto di Ghoulam a che punto è?
«Ghoulam ha un problema di rappresentanza perché cambia in continuazione il suo agente: ora sembra sia tornato a gestirlo il fratello. Ci parleremo in ritiro».

Da Ghoulam al nodo Reina?
«Mi piacerebbe rimanesse al Napoli a vita, ma sto lavorando da due mesi per trovare un’ alternativa».

Perché?
«Il peso di 47 partite è una responsabilità che ti porta a essere distrutto psicologicamente. E allora mi piacerebbe scegliere un portiere giovane che non se la fa sotto quando arriva al San Paolo. Ma tenendo Reina a compattare il gruppo: Pepe sa di avere la mia totale fiducia e non gliela leverò mai».

Quindi le polemiche dei mesi scorsi sono un lontano ricordo?
«Se Reina stesse con me a vita sarei felicissimo. Il fatto che abbiano fatto uscire delle battute goliardiche che si utilizzano in genere durante le riunioni a porte chiuse dove diventiamo tutti liceali, non ha incrinato il nostro rapporto. Anzi».

Si spieghi.
«Mi piacerebbe che dopo aver smesso di giocare si interessasse alle giovanili del Napoli. Del resto i portieri hanno una visione totale del gioco. Lui e Marek potrebbero pensare di fare gli allenatori».

Quindi nella delicata gara di andata del preliminare di Champions che si giocherà ad agosto chi ci sarà nella porta del Napoli?
«Sicuramente Reina. Oggi mi serve lui. Come me è uno stacanovista: le nostre rispettive mogli sono preoccupate perché pensiamo sempre al lavoro. Se ama Napoliresterà».

Ma l’ ipotesi Leno?
«A me piace molto. Ma adesso bisogna vedere le richieste del Bayer Leverkusen perché il club ha fatto una vendita già milionaria e quindi magari le loro pretese si abbasseranno. Poi mi spiegava Giuntoli che Leno ha una modalità di gioco che potrebbe costarci qualche punto».

Restiamo sul mercato. Sta per firmare Ounas.
«Mi ha telefonato il professor Mariani con il quale ha ultimato le visite e mi ha dato notizie molto confortanti».

Che sarebbero?
«È un giovane dalle belle speranze, ha una piccola cicatrice ma niente di preoccupante. Fisicamente è integro e partirà anche lui per il Trentino».

Ma che giocatore è?
«Un elemento di rottura perché può far comodo all’ allenatore per scardinare un sistema difensivo avversario ben collaudato».

Dopo Ounas c’ è da aspettarsi altri colpi?
«Bisogna stare attenti a non sfrocoliare il pasticciotto altrimenti si può creare un bel pasticcio».

Ovvero?
«Dobbiamo far esplodere gente come Rog. Non dobbiamo creare malumori da spogliatoio. Se i giovani funzionano li dobbiamo far crescere. Se hai un giocatore che è bravo lo puoi utilizzare fino ai 29-30 anni».

Senza dimenticare i tempi di inserimento in squadra di Sarri.
«Ogni giocatore ha caratteristiche diverse e atteggiamenti e modalità di gioco che deve resettare per far fronte ai nuovi insegnamenti. Anche i nuovi acquisti tendono a esordire con ritardo, ma questo è anche un grande punto di forza di Sarri perché vuole sempre rendersi conto della maturazione dei singoli».

Quindi lei è d’ accordo con le tecniche del suo allenatore?
«Sarri cerca di far crescere le componenti della squadra sapendo che si devono perdere meno partite possibili».

Un’ intesa, quella tra lei e Sarri, che sembra di ferro.
«Resterà con noi almeno altri tre anni, ma mi auguro possa restare a vita come Ferguson».

Da quando è arrivato lui si è alzata anche l’ asticella dal punto di vista del monte ingaggi.
«Con Mazzarri avevamo stipendi dei calciatori che costavano una quarantina di milioni, con Sarri abbiamo sfondato il muro dei 100».

Ma il fatturato resta distante rispetto alle altre big italiane.
«Non produciamo lo stesso fatturato di Juventus, Inter e Milan e quindi si soffre a tenersi allo stesso livello. Il campionato non si gioca da soli ma con tanti altri e i risultati raggiunti fino ad oggi sono stati più che soddisfacenti».

Anche l’ anno scorso.
Con la partenza di Higuain ci voleva un po’ di tempo per capire come sostituirlo e come ripartire. Questo ci è costato il secondo posto se non addirittura il primo. Trovata la formula, Sarri non si è più fermato. Abbiamo fatto una seconda metà di campionato strepitosa. Ecco perché bisogna riuscire a non cambiare troppo la squadra».

Si spieghi.
«Al Napoli non manca nulla: siamo in esubero, ma io non vorrei mandare via nessuno. Per me la qualità della nostra squadra è altissima».

Milik sarà il vero nuovo acquisto?
«Arek ha superato alla grande il momento difficile dovuto all’ infortunio, ma non c’ è solo lui. Callejon è più forte che mai, Insigne e Mertens hanno rinnovato i loro contratti e sono parte fondamentale del nostro progetto».

E se dovesse esserci qualche occasione di mercato?
«Se fosse funzionale al nostro gioco direi subito sì, prendiamolo».

Si parla tanto di Mario Rui.
«Non vedo perché tutti dicano che non è da Napoli perché è basso. E poi a destra c’ è Maggio che è un giocatore integro e con tanta esperienza. Quando ha giocato lo ha sempre fatto bene. Senza dimenticare Hysaj che ha avuto qualche incertezza in qualche partita».

Come procede la questione legata alla città sportiva del Napoli?
«Sono in attesa della bonifica della zona di Bagnoli che partirà il prossimo dicembre».

Poi?
«Qualora le forze politiche saranno d’ accordo ad assegnarmi gli ettari, almeno cento, per costruire la città del Napoli, procederò alla realizzazione di 15 campi di calcio, una cantera vera e propria dove investire i ragazzi con tante opportunità scolastiche per i giovanissimi e un albergo per i familiari dei giocatori che arriveranno da fuori».

E lo stadio?
«Intendo costruire uno stadio ultramoderno che possa far vivere a ogni tifoso lo spettacolo calcistico al meglio. Le istituzioni non credo che siano al nostro fianco, altrimenti avrebbero già messo a lustro il San Paolo quando io glielo chiesi».

In occasione della Champions contro il Real Madrid?
«Anche prima. Un anno fa chiamai il capo di gabinetto Auricchio e gli dissi di incontrarci con i miei ingegneri per mostrargli cosa volevo fare. Androne, corridoi, spogliatoi degli ospiti, ingresso a metà campo, tribuna stampa, postazioni interviste. Mi disse di sì ma non si è mai presentato. Lo sto ancora aspettando. Con i miei conti sarei riuscito a fare tutti questi lavori con 800mila euro, grazie anche degli sponsor. Formisano ne è testimone.
Ma mi dissero di no. Mi auguro di poter ospitare la Champions in un nuovo stadio tra quattro anni. Ho un credito di 5 milioni di euro con il Comune, loro dicono che sono debitore, ma in realtà gli devo al massimo un milione e 600mila euro».

Ma se potesse fare due cose per Napoli, al di là dello stadio?
«Creare un porto che sia aperto verso l’ Africa e verso l’ Oriente. Abbiamo dei fondali che non sono adeguati a ricevere determinate navi e la ricostruzione del porto potrebbe dare lavoro ai napoletani per 10 anni».

Altro?
«Abbatterei via Marina e la ricostruirei tutta».

Ma non solo.
«Mi piacerebbe rivisitare tutti i bassi napoletani facendoli diventare patrimonio dell’ Unesco. Poi farei pagare una tassa che possa andare al 50% ai proprietari che hanno sofferto in tanti anni dormendo in cinque o in dieci sotto lo stesso tetto, ma senza mai perdere la loro dignità».

Il rapporto con il sindaco?
«De Magistris è una persona molto per bene ed educata, ma è un politico che guida un Comune con un dissesto finanziario da 1 miliardo e 700 milioni e quindi deve pensare a tante altre cose. Serve un manager. Io non sono un populista: supporto e sopporto».

Uno che al San Paolo ha fatto tanto è stato Diego Armando Maradona.
Domani è atteso a Napoli per la cittadinanza onoraria.
«Diego è stato il più grande calciatore di tutti i tempi, anche più di Pelè. La cittadinanza è qualcosa che gli spetta di diritto».

E cosa pensa delle polemiche che ci sono attorno a questa vicenda?
«A me non interessano. Posso solo dire che inizialmente volevo fare una partita al San Paolo a fine campionato tra le vecchie glorie e la squadra di oggi, ma mi è stato detto che Diego aveva altri impegni e sarebbe potuto venire solo a luglio».

Maradona vuol dire anche maglia numero 10. Che ne pensa della possibilità di darla a Insigne?
«La maglia numero 10 non è fuori moda perché l’ ha indossata un grande come Maradona, ma perché siamo andati avanti. Il calcio, come il mondo, cambia. Prima 1 era il portiere e via dicendo fino all’ 11. Il 10 era per i trequartista come Totti o Maradona. Insigne ha il 24».

Allora terrà la sua 24?
«È anche la data del mio compleanno e i miei uffici a Roma sono in via XXIV Maggio. Cambiarla perché? Magari poi gli porta sfortuna».

Adesso Insigne è un punto fermissimo del suo Napoli.
«È stato lui a volere vestire fortemente la maglia del Napoli. Io volevo che lui dimostrasse a se stesso e a me che non ce n’ era per nessun altro».

Insomma, l’ ha provocato?
«L’ ho messo nella condizione di andare via, e invece lui ha dimostrato da buon napoletano di volere solo il Napoli».

E lei?
«A questo punto ho preferito pagare anche qualcosa in più perché se l’ è meritato».

A proposito, Insigne è stato uno di quelli che lei non ha punzecchiato dopo la sconfitta di Madrid.
«Ne approfitto per fare chiarezza: a Madrid me la sono presa con la squadra, tranne Insigne che ha fatto un figurone. Gli altri mi sembravano in vacanza».

Nessuna polemica con Sarri?
«Assolutamente no. Lui deve capire che ognuno deve fare il proprio mestiere. Io devo essere il provocatore, lui deve essere quello più accorto. È chiaro che c’ è il gioco delle parti».

Ovvero?
«Sarri lo amo e lo rispetto, credo sia il numero uno degli allenatori in Europa, ma il mio dovere è voler vedere cosa ho comprato e cosa mi è stato fatto comprare. Altrimenti che li teniamo a fare?»

A proposito di acquisti. Farebbe un’ offerta folle per Cristiano Ronaldo?
«Bisogna vedere se Ronaldo si adatta al gioco di Sarri».

Però magari in Champions sarebbe utile.
«Sono convinto che se in Champions fossimo stati più fortunati nei sorteggi, magari saremmo arrivati anche in finale. E non sono sicuro che con noi in finale a Cardiff sarebbe finita 4-1 per loro».

 

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