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Azzurra, bianca o nera? Maglia che vince non si tocca!

Calciatori
19 Aprile 2017 12:00 Di redazione
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Azzurra, bianca o nera. Il gioco delle maglie tiene banco in casa Napoli, in un’ alternanza quasi perfetta. Come evidenzia l’edizione odierna del Mattino, non solo in ossequio alle regole dettate dal marketing: in questo caso i rituali scaramantici sembrano farla da padrone. Basti pensare che la maglia azzurra, per le gare giocate in campionato dal Napoli, è di fatto la seconda utilizzata: solo 13 volte in 32 giornate, a fronte dei 16 impieghi della maglia bianca e dei 3 di quella nera.

La storica azzurra è, inoltre, ormai un lontano ricordo lungo giusto un… girone. È dalla partita di andata proprio con il Sassuolo, prossimo avversario della squadra di Sarri, che non viene indossata la prima maglia nei match in serie A. Sono passati quasi cinque mesi, era il 28 novembre del 2016: al San Paolo finì 1-1, con reti di Insigne e Defrel.

Da quel momento, ovvero per le successive 16 gare, il Napoli ha deciso di cambiare, provando a battere anche la strada della scaramanzia. E così la scelta è caduta sulla seconda maglia (con la striscia azzurra in diagonale) vista per la prima volta il 7 agosto scorso, quando il Napoli superò in amichevole il Monaco 5-0. Un precedente beneaugurante, non c’ è che dire. Non un inedito in assoluto, in verità, e non solo perché fa il verso a quella del River Plate e di molte squadre sudamericane.

Una divisa sociale del genere il club partenopeo l’ ha adottata per la prima volta nella stagione 1964-65, l’ anno dell’ esordio della denominazione attuale, Società sportiva Calcio Napoli, con presidente Roberto Fiore e Pesaola in panchina. Quella squadra, in serie B, fece molto bene, andò in A e mantenne la maglia anche nell’ anno di Sivori e Altafini con la conquista del terzo posto, salvo poi farla retrocedere a seconda divisa nel 1966-67.

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