Bruscolotti: “La squadra di 30 anni fa vincerebbe lo scudetto per distacco”
E come andò?
«Fu tutto molto naturale. Durante il ritiro l’ avevo visto particolarmente carico, responsabilizzato. Era venuto per vincere e voleva comunicare questa sua voglia a tutti. Insomma, era la giusta cosa da fare, Diego si rivelò infatti un grande capitano».
In che senso? «In tanti anni non gli ho mai sentito dire una parola fuori posto a un compagno. Mai un rimprovero, una smorfia negativa. Sempre e solo incoraggiamenti, e non so se rendo l’ idea di cosa significhi per un calciatore sentirsi dire da Maradona: sei il più forte. Lui lo sapeva, e utilizzava questo carisma per caricare la squadra. Sono passati trent’ anni, sembra un’ eternità Si vedono tutti, il calcio è cambiato completamente. Nel mio reparto più che in altre zone del campo. All’ epoca entrare in un’ area di rigore non era una cosa facile, oggi si parla di occupazione della zona, “lavoro sugli spazi”ma poi anche gli attaccanti più scarsi arrivano in doppia cifra. Se in quegli anni uno come Maradona faceva quindici-diciassette gol a campionato, vuol dire che le difese erano messe un po’ meglio».
Poi scattò qualcosa prima e dopo la vittoria col Torino. Eravamo la squadra più forte, e lo sapevamo. Dovevamo dimostrarlo agli altri»
Milan demolito al San Paolo. Quale fu la vittoria più bella? «Forse è banale, ma dico quella con la Juve. Sapevamo la nostra forza, e quella partita ce lo confermò. Una partita dominata fin dall’ inizio, anche se la Juventus resisteva. Poi il primo gol, e poi uno dopo l’ altro, oltre a una mezza dozzina di occasioni mancate. Se arrivai io in quella partita due-tre volte al tiro, vuol dire proprio che la dominammo».
