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Buriani: “Mandorlini mi spezzò la gamba e Ferlaino mi licenziò! Diego il più grande di tutti”

Opinioni
18 Marzo 2017 08:53 Di redazione
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Ruben Buriani, ex calciatore di Napoli e Milan, ha rilasciato un’intervista sulle pagine della Gazzetta dello Sport: ad affondare il roccioso mediano, capace di vincere lo scudetto della stella con il Milan dell’ ultimo Rivera e poi compagno di squadra di altre due divinità del pallone come Falcao e Maradona, non è stato solo Andrea Mandorlini (nel novembre 1985 l’ attuale tecnico del Genoa, che oggi sfiderà il Milan, gli causò la rottura scomposta di tibia e perone), ma la raccomandata partita da Napoli e arrivata dalle parti di Ferrara, dove l’ ex giocatore viveva e vive. «Licenziato in tronco. Non ero in grado di allenarmi dopo l’ infortunio e il club aveva facoltà di stracciare il contratto. Glielo consentivano le regole: dopo 6 mesi e un giorno se non eri guarito ti ritrovavi a spasso. Assurdo, la gamba me l’ avevano spezzata mentre indossavo la maglia del Napoli, contro l’ Inter a San Siro.

Eppure mi hanno trattato da reietto. Neanche una telefonata. Solo allora ho aperto gli occhi. A Pavia, dove andai per curarmi di concerto col club, mi volevano operare con metodi innovativi. Il Napoli si oppose. Risultato: un bel gesso fino all’anca che portai per settimane. Quando fu rimosso, avevo perso tutta la muscolatura e il recupero si allungò. Nessuno mi convocò a Napoli per discutere del problema. Potevamo trovare un accordo. Ecco perché quella lettera è ancora una ferita aperta».

Faccio un bel campionato e passo nel Napoli di Maradona. Beh, Diego è stato il più grande che abbia mai visto: aveva solo il sinistro, ma faceva cose impossibili. E poi era forte, non riuscivi a buttarlo giù. E per i compagni si faceva in quattro. Davvero unico. A Milano in quel giorno di novembre ero titolare. Maradona segna un gol bellissimo: controllo e tocco a bruciare Zenga. Poi arriva l’ appuntamento col destino: non vedo arrivare Mandorlini. E questo mi ha fregato. E’ venuto a trovarmi il giorno dopo, da allora mai più visto. E’ stato un intervento duro, ma il licenziamento del Napoli mi ha fatto più male».

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