Concerto di D’Angelo al San Paolo, strappo Comune-club: rischio per il preliminare
Come riporta l’edizione odierna del Mattino, l’ esibizione di Nino D’ Angelo del 24 giugno di fronte alla Curva B rischia di provocare un nuovo strappo tra Comune e Società. Perché il rischio che il terreno di gioco ne esca almeno malconcio è concreto, anzi quasi matematico. La stagione agonistica inizierà molto presto e in ballo ci sono un bel po’ di milioni.
Il caso è scoppiato ieri a Palazzo San Giacomo – dove si è tenuta la conferenza dei servizi preparatoria dell’ evento, alla quale è stato invitato anche il Calcio Napoli nella figura del manager Alessandro Formisano, che non ha nascosto una certa amarezza. Il manager si è fatto accompagnare dal manutentore del manto erboso del San Paolo per vederci chiaro su che tipo di installazione si farà e che danni potrebbero essere arrecati al terreno. Soprattutto se si considera che la stagione agonistica per gli azzurri inizia molto presto, ci sono i preliminari di Champions da fare, il primo e fondamentale traguardo dell’ anno da centrare.
Dal punto di vista formale il Napoli non si può opporre ai concerti al San Paolo: malgrado non sia un essere una convenzione, infatti, in quella scaduta era previsto che nei mesi di giugno e luglio il Comune potesse fare appunto altre attività nell’ impianto oltre alle partite di calcio. Con serenità, ma non senza preoccupazione, Formisano spiega come stanno le cose dal punto di vista della Società e il suo rammarico per un galateo istituzionale molto trascurato dalle parti di Palazzo San Giacomo: «Abbiamo partecipato a questa conferenza dei servizi – dice – e ribadito che anche in questo caso l’ assessorato allo Sport abbia attribuito l’ impianto senza nemmeno farcelo sapere o consultarci».
Tuttavia per Formisano e per tutto il Calcio Napoli Nino D’ Angelo è un amico del cuore, ha fatto film con il patron Aurelio De Laurentiis, e per questo Formisano sottolinea un concetto in maniera molto chiara: «Ci tengo a precisare – spiega – che Nino è un amico, con il nostro manutentore verificheremo dopo il concerto cosa fare. La stagione si aprirà molto presto con la Champions e il campionato e il terreno di gioco è fondamentale».
Insomma, la sostanza è che al netto della mozione del cuore, e pare anche della protezione di una polizza assicurativa, al Napoli non fa piacere l’ utilizzo per un concerto del terreno di gioco alla vigilia della stagione agonistica. I dubbi sono saldamente ancorati a un recentissimo precedente. Il 21 giugno dell’ anno scorso a esibirsi al San Paolo fu Gigi D’ Alessio, e il terreno di gioco ne uscì devastato con relative polemiche. La verifica empirica degli specialisti – ma si vedeva anche a occhio nudo – mostrò un terreno giallo e bruciacchiato, e nonostante le amorose cure dei giardinieri del Napoli, per un paio di mesi, comprese le prime esibizioni ufficiali degli azzurri, il prato non era all’ altezza della situazione.
Tra le cause che potrebbero provocare dei problemi c’ è quella che tra l’ installazione del palco e la sua rimozione il terreno resterà senza cure per 7 giorni. Un tempo lunghissimo per l’ agronomo del Napoli ma non solo. Generalmente bastano 4 giorni per le due operazioni, come accadde per il megaconcerto di Vasco Rossi di un paio di anni fa.
A rendere speranzosi che eventuali danni possano essere recuperati c’ è il fatto che il concerto si terrà sotto la curva B e dunque la porzione di campo sotto stress sarà limitata. Chiariti i dubbi del Napoli sulla gestione dell’ evento, cosa ci guadagnerà il Comune? Ventimila euro, tanto costa l’ affitto dell’ impianto per un concerto. Cifra irrisoria – con tutto il rispetto per il grande Nino D’ Angelo – che non incide neppure sul disastrato bilancio di Palazzo San Giacomo.