Corbo: “Amnesia di Giuntoli sul mercato. ADL e Sarri, quando il Napoli sarà davvero l’anti Juve?”

Antonio Corbo, firma storica del giornalismo sportivo napoletano, analizza la situazione del Napoli nel suo editoriale su Repubblica: “Tutti pensano che Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri siano in lite. Neanche loro due sanno invece di essere così vicini. Hanno gli stessi obiettivi nel calcio: stupire molto, vincere poco. Il presidente si tiene largo dagli investimenti che portano allo scudetto, gli furono indicati da Benitez nel cinico annuncio dell’addio, primavera 2015. Vivaio, strutture societarie e stadio di proprietà. Niente è stato finora realizzato, l’impianto è solo il giocoso tema di una fittizia polemica con l’amico sindaco.

Più attuale dopo la sconfitta di sabato è la riflessione sui risultati della squadra. Sembra impossibile che lo stratega del gioco più bello del campionato ceda sei punti su sei a Gasperini, e che ne abbia già 12 meno della Juventus. Qualche guasto c’è, persiste dai tempi di Benitez: il Napoli segna molto, ma prende troppi gol per vincere il campionato. La difesa da tempo è come una vecchia carretta del mare che imbarca acqua pure nei giorni di bonaccia. Nel 2014-15 realizza 70 reti, subendone 70.

Sarri raccoglie una importante eredità dal santone spagnolo: un attacco di micidiale ampiezza capace di slabbrare qualsiasi difesa con Callejòn a destra, Insigne o Mertens a sinistra, Higuain al centro. Fallito il 4-3-1-2, per ritrovare il gioco largo sulle fasce lo corregge in 4-3-3. Merito di Sarri se i risultati sono eccellenti in fase offensiva anche senza Higuain. 

La capacità offensiva del Napoli è sempre elevata: primato di gol fatti, 60, ben 5 più della Juve di Higuain. Ma il passivo rimane pesante: 29 contro i 17 subiti da Allegri. Il guasto è quindi in difesa. Ed è qui che bisogna intervenire. Dopo le due reti dell’Atalanta e la lacerante sconfitta interna, Sarri deve bloccare la falle. Analizzando prima gli squilibri più evidenti.

1) C’è un divario enorme tra sforzo e profitto. Il Napoli vince solo se va al massimo: ritmo più alto, massima precisione nei passaggi, quindi possesso palla garantito, conquista della profondità con gioco verticale o tagli. Ma può affannarsi sempre e tanto? 2) La fatica del costante pressing alto logora la squadra: la rende inerme nella fase passiva, quando deve contrarsi velocemente. 3) Mancano le fasi di riposo con possesso palla a basso ritmo. Gli olandesi inventarono la melina. Insistere su Callejòn debilita un fantastico esterno alto, eccessivi i rientri, sembra evaporato. La sua fascia sabato è stata dominata da Spinazzola, con Zielinski e Hysaj travolti senza che sia stato ideato un rimedio. Non è stato mai provato seriamente Rog, né piace l’ottimo Giaccherini. 4) Con la squadra spinta in avanti, occorrono mediani solidi.

Il Napoli non ha il madrileno Casemiro, Allan è fuori, si batte come può Diawara, sono tutt’altro che incontristi a sinistra Hamsik e a destra Zielinski. Quando c’è, ed è in forma, rimedia Koulibaly. Gli ultimi veri incontristi sono stati Gargano e David Lopez. Un’amnesia di Giuntoli al mercato. 5) Il primo gol di Caldara segnala lo stesso difetto. Segna di testa su palla alta l’avversario libero in area. Il Napoli segue la palla incantato come fosse una rondine, non marca a uomo ed è una scelta, ma non si accorge di chi è arriva ed è fuori controllo.

Il silenzio stampa priva Sarri del confronto con le osservazioni dei giornalisti. Né l’allenatore può rispondere sul web ai tifosi. Rimangono così nell’aria tweet e mugugni. Vola intanto la Juve, domani la prima di tre sfide. Ma cari De Laurentiis e Sarri, quando il Napoli sarà davvero l’anti-Juve?”.