Corbo: “Attenzione Sarri, lentezza e vanità: scatta il primo allarme”
Antonio Corbo, sulle pagine di Repubblica, analizza così la prestazione del Napoli di ieri sera: “A dieci giorni dalla prima sfida per entrare in Champions, la più complessa, il Napoli trova una squadra su misura: solida, massiccia, disposta nel più prudente 4-4-1-1. Non è un vantaggio cominciare sul proprio campo i doppi confronti in Europa. Bisogna segnare il primo, contare qualche altro gol, non subirne. Il Bournemouth collauda il Napoli solo nella prima fase: si raccoglie e resiste, il micidiale congegno offensivo in poco più di mezz’ ora riesce però a schiodare la partita. Mancava la seconda: capire se la difesa ha superato i disguidi delle due gare a Monaco. È stato purtroppo necessario attendere la ripresa.
Contro inglesi alti e legnosi, falcata lunga e palleggio ruvido, Il Napoli si è concesso qualche lezioso tacco sotto rete. Solito gioco. Possesso palla. Proiezioni in verticale, alla ricerca di Mertens adorno di buone intenzioni, ma non brillante. Nella prima metà della partita, Sarri può anche chiedere a Insigne di accentrarsi, lasciando la corsia sinistra a Ghoulam.
La posizione gli evita i massacranti rientri e asseconda la sua tendenza al tiro. Ne deriva il vantaggio, quando Insigne gira a rete un assist dalla destra e Mertens si trova più avanti, per la sponda e il gol. Come in alcune buone prove della primavera scorsa, Insigne interpreta una conversione di modulo. Sarri venne a Napoli con in testa il 4-3-1-2 dell’ Empoli, quindi con il rifinitore, descriveva Saponara come un genio creativo, provò con Insigne a ripeterne la funzione tattica, si arrese poi ai risultati, restituendo al Napoli una risorsa lasciata in eredità da Benitez: l’ ampiezza.
Di qui la fortunata svolta, con il passaggio al 4-3-3 e l’ impiego degli esterni. Callejòn a destra e Insigne o Mertens a sinistra hanno determinato il decollo, l’ inizio di uno splendido ciclo, che neanche la partenza di Higuain.
l’ infortunio di Milik, i languori di Gabbiadini hanno interrotto.
Oggi il Napoli ha ancora questo patrimonio, i tre scattisti (Callejon, Mertens, Insigne) e la sontuosa assistenza di Hamsik, bene anche Jorginho, ieri tra i protagonisti del primo tempo, potendo costruire senza quei pressing personalizzati che lo infastidiscono. Ma la scena cambia troppo spesso e quasi sempre nella ripresa, ecco che la difesa cede, magari perché subentrano giocatori ancora fuori forma e costretti ad una caparbia, velleitaria gestione della palla. Zielinski si fa perdonare, segnando, l’ errore che aveva mandato al 2-1 gli inglesi.
Ma la condizione imperfetta dovrebbe imporre maggiore pragmatismo con una fase difensiva più risoluta. La bellezza è una conquista, il Napoli l’ ha raggiunta e interpretata, ma ora rischia di diventare vanità. Ieri è scattato l’ allarme. Attento Sarri, il bel gioco non ha prezzo. La Champions sì: una cinquantina di milioni.
Nella ripresa la condizione imperfetta determina gli errori: più pragmatismo per evitarli”.