Corbo: “Il Napoli come il Barça di Guardiola. Hamsik alla Diego? No, Lampard e Gerrard!”
Antonio Corbo, storica firma del giornalismo napoletano, analizza sulle pagine di Repubblica, l’andamento del Napoli: “La notte di Bologna non è finita sull’1-7. Interessante anche il confronto in tv tra gli allenatori. Donadoni sembra sotto choc: spiazzato dall’insolito sciame di gol accusa l’arbitro Massa di «errori madornali». Sarà. Ma non spiega perché il Bologna era paralizzato come una volpe accecata dai fari di un’auto nelle vie di campagna. Neanche Sarri è apparso felice, preoccupato di rivalutare il pareggio con il Palermo piuttosto che celebrare la migliore partita del Napoli in campionato, forse in tutto il suo biennio. Aldilà del risultato è successo a Bologna qualcosa di importante. Per almeno quattro motivi. 1, non il cambio, ma l’evoluzione del modulo. 2, la capacità della squadra di entrare subito in partita e farla sua. 3, l’affermazione di Mertens come la migliore punta centrale possibile, sia per la partecipazione al gioco che per i gol, 16 dopo 23 gare. 4, l’esplosione di Hamsik, che finalmente si accredita come leader. Insegue Maradona nella storia del Napoli (109 reti contro 115) ma più che a Diego si avvicina a due modelli del recente passato in Europa. Gli inglesi Lampard e Gerrard. Perché Hamsik, ora meno discontinuo, rappresenta la struttura portante della sua squadra. L’elemento più importante è forse quello che Sarri ha meno analizzato.
Il passaggio nel gioco dai triangoli corti e ripetitivi alle lunghe diagonali offensive, quelle che hanno schiodato subito le partite con Milan e Bologna. Il Napoli si è distinto con Sarri nella ricerca costante del possesso palla, nei passaggi brevi ma precisi e insistiti, facendo a tratti rivedere il Barcellona di Guardiola. Questo il gioco di cui il Napoli è andato sempre fiero. Ma contro le formazioni chiuse in difesa, quindi le meno forti, ha tradito qualche affanno. Asfissiante l’assalto ai bunker. Tutto sbilanciato in avanti, occupava la metà campo degli avversari e con pres
sing alto dava la prova del suo dominio. Rischiando però qualche contropiede. Non è un caso se ha preso sempre gol dalle ultime tre, destinate alla B: Palermo, Crotone e Pescara. Con il Palermo, subito in svantaggio, si è logorato per far saltare dispositivi antistorici, come il più arrugginito dei catenacci. Si fermò al pareggio.
Con il Bologna ha investito con il massimo profitto la tecnica, la velocità, il possesso palla. Ma ad esaltare le tre doti sono stati gli spazi. Il Napoli con lanci lunghi, fulminei, precisi al centimetro ha coperto 70 metri di campo in verticale: è arrivato così in un lampo negli spazi liberi alle spalle del Bologna. Spettacolari ripartenze. Vi è riuscito grazie alle sue risorse: un centrocampo di alta qualità in grado di lanciare subito gli scattisti dell’attacco, ma anche l’abilità di Insigne e Mertens. Schizzavano là dove la palla sarebbe arrivata.
Bravo Sarri, i giocatori si cercano e sanno dove ritrovarsi con movimenti mandati a memoria. Così come lodevole è stato il tempismo dell’allenatore nel fermare oziose domande su Milik e Pavoletti che chiedono spazio. Giusto che attendano, la risposta di Sarri. Nel difficile febbraio deve tenere alta la tensione, tutelando sia la formula trovata a Bologna con le micidiali ripartenze che l’eccellente condizione dei titolari. La squalifica di Callejon lascia un posto libero a Milik o Pavoletti venerdì contro il Genoa al San Paolo. Così come Rog si qualifica come un ottimo ricambio sulla destra per Callejon. Ma la formazione ed il modulo per la Champions sembrano sanciti dall’1-7 di Bologna. Presto, mancano solo 9 giorni a Madrid”.