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Corbo: “Ma il San Paolo ora si chiede: perchè sostituire Gabbiadini?”

Opinioni
29 Novembre 2016 08:52 Di redazione
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Antonio Corbo, firma storica del giornalismo napoletano, analizza su Repubblica, l’ennesimo pareggio del Napoli di Sarri: “Il gol che non ti aspetti illude ma non schioda il Napoli da una zona di crisi. Una magistrale lezione di ripartenza: Hamsik lancia in campo aperto Insigne che ha la fortuna di essere arrogante. Appena richiamato dai compagni dopo l’ennesimo tentativo di segnare d’interno dentro con tiro a giro, il classico suo, lo scapricciato monello dopo un lungo scatto sorprende un Cannavaro impalato ben disposto a fare da sponda e lo spiazzato Consigli. Ci penseranno il pareggio di Defrel ed il palo di Callejon nel finale a rimandare il Napoli tra rimpianti e veleni. Un autunno nero. Nel gol di Insigne c’è il tema tattico del primo tempo.

Di Francesco si accorge che Insigne non gioca a sinistra, non dà ampiezza, gli manca tra l’altro Ghoulam che procede in tandem. La micidiale catena di sinistra stavolta non fa paura, ed il Sassuolo spedisce in avanti il difensore Gazzola, a sostenere Politano sulla destra. Ma Politano gioca part-time, un po’ soffre un po’ segue l’azione dopo un ruvido scontro con Strinic. Gazzola pagherà caro il suo ottimismo quando si troverà da solo con Insigne. Il Sassuolo non si dà pace: Magnanelli è il centro di gravità del 4-3-3 tra Missiroli e Mazzitelli.

Ma Matri è troppo morbido per spaventare Koulibaly, mai pronto a dialogare con gli esterni. Potrebbe fare di più sulla fascia sinistra, dove Peluso rimane ancorato alla sua bitta, da dove osserva Callejon anche nell’azione dell’ira, quel palo che alla fine rimanda il Napoli nei rimorsi di un anno. Il gran gol non riscatta solo Insigne, amplifica Hamsik, autore di un assist formidabile per lunghezza, tempismo, precisione. Migliora il capitano, gli dà carica, ma questo questo non preoccupa Di Francesco che sostituisce un impeccabile Mazzitelli per un più offensivo Pellegrini. Sarri accetta la sfida, non vuol essere da meno, ma gli va male. Non migliora il Napoli l’esclusione di Gabbiadini, dopo una onesta partecipazione. Un’illusione è l’ingresso di Mertens che rientra con tutta la sua frenesia. Forse troppa, perché Mertens diffidato si fa ammonire per un inutile fallo e si dimette da Napoli-Inter.

Perché sostituire ancora Gabbiadini? Se lo chiedono i tifosi che lo applaudono, bravi i tifosi. Ritmi più bassi e controlli più vaghi lasciano le squadre in equilibrio: non se ne avvantaggia il Napoli che non ha l’urgenza del gol, pacioso si distende largo. Jorginho lascia dopo un buon ritorno la regia a Diawara, Allan è più tonico, ma tutto il Napoli tergiversa, non attacca bene e difende male, si sdraia sulla infondata certezza di vincere.

Sottovaluta l’ansia del Sassuolo, che arriva dopo 4 sconfitte consecutive, come potrebbe mollare? Né replica Sarri all’ultima mossa di Di Francesco: esce l’altro mediano, Missiroli, per l’attaccante Defrel, chi deve seguirlo? Immettere Zielinski è una idea come un’altra, decide Defrel respingendo Zielinski in panchina: che confusione, ed è troppo tardi per rivedere un gelato Giaccherini”.

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