Cori deplorevoli e insopportabili, ma il becerume di Bologna aumenta con Diawara!
Come evidenzia l’edizione odierna del Mattino, alla fine non hanno resistito. Quei cori della vergogna sono partiti proprio nel finale della gara. Ma tutta colpa della delusione, per i tre schiaffi in pieno viso rimediati nella serata in cui erano certi di averla fatta franca. Invece, no. E allora, dalla curva intitolata a Bulgarelli parte quel deplorevole e insopportabile «lavali col fuoco, Vesuvio lavali col fuoco». Già, è più forte di tutto e di tutti. Si erano scambiate le due tifoserie una serie di «sopportabili» insulti, tipo chi non salta è bolognese e replica in salsa napoletana.
Tutto nei cliché del becerume da stadio. Poi la deriva è iniziata con l’ ingresso di Diawara che da queste parti non ha lasciato un bel ricordo: i fischi e i cori sono stati incessanti. Ma il colore della pelle non c’ entra nulla: Diawara per venire a Napoli, nell’ estate del 2016, si nascose e mandò una serie di certificati medici in cui rifiutava di presentarsi in ritiro. Aveva un solo obiettivo: lasciare il Bologna per firmare con De Laurentiis. Alla fine c’ è riuscito, ma ovviamente il cuore della tifoserie rossoblù se l’ è legata la dito. Già l’ anno passato fu accolto con durezza