Il Crotone rischia grosso, pesanti accuse per il suo presidente
Dopo l’esilio forzato a Pescara il Crotone torna a giocare nel suo stadio. La sfida contro il Napoli vedrà l’esordio all’Ezio Scida degli uomini di Nicola. Ma il Crotone si accinge a disputare una partita ben più dura di quella di domenica. Nei giorni successivi in un’aula di tribunale dove si scriverà il futuro della squadra e della società. Nell’udienza che si è tenuta mercoledì la sezione misure di prevenzione della Corte d’appello di Catanzaro si è infatti riservata sulla richiesta avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia sul sequestro dei beni, perché provento di attività illecite, dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, i patron della squadra di calcio.
Ci sono case e terreni. Ma soprattutto tra i beni che rischiano di essere sequestrati per ‘ndrangheta ci sono anche le azioni del Crotone. La richiesta di confisca era stata già respinta nel gennaio scorso dal tribunale di Crotone che aveva sostenuto che i beni dei Vrenna nulla hanno a che fare con la criminalità, tanto più quella organizzata. Una tesi che non ha convinto la Direzione distrettuale antimafia e la procura Generale che hanno presentato appello confermando, nella discussione di mercoledì, la richiesta di confisca.
Un’ipotesi, che se avallata dal tribunale, creerebbe un terremoto non soltanto a Crotone ma in tutta la serie A. Il tribunale dovrebbe infatti nominare un curatore al quale toccherebbe portare avanti la squadra. Un custode che dovrebbe partecipare alle riunioni di Lega e dare seguito a tutte le incombenze sportive burocratiche, per non parlare dell’impatto che ci sarebbe sull’immagine della Lega se, a giocare il campionato di calcio di serie A, ci fosse una squadra che per un tribunale è composta grazie ai soldi di ‘ndrangheta. Una prima assoluta. La difesa della famiglia Vrenna è comunque convinta che questo rischio non ci sarà. Perché, dicono, non è vero che la famiglia Vrenna sia “attigua al fenomeno mafioso per essersi, sin dalla genesi della loro attività, accordata con le consorterie criminali e segnatamente con quella denominata Vrenna-Corigliano-Bonaventura” come invece sostiene la Dda. La decisione del tribunale dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Lo riporta Repubblica.it