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Feltri su Donnarumma: “Napoli insorse con Higuain, ma l’affare l’ha fatto ADL. Manco a farlo apposta…”

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18 Giugno 2017 13:15 Di redazione
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Ecco l’editoriale di Vittorio Feltri sul caso Donnarumma apparso sulle pagine di Libero: “Non è solo questione di sport, anche se lo spunto della discussione è il calcio. Circa un anno fa Napoli insorse perché un campione della squadra locale, Higuain, fu ceduto alla Juventus. Non gratis, ma per una cifra elevata: circa 100 milioni di euro. Il passaggio del puntero più realizzativo di tutti i tempi del campionato italiano dal Vesuvio alla Mole Antonelliana fu interpretato dai tifosi partenopei quale tradimento.

Viceversa fu un affare d’ oro che consentì alla società presieduta da De Laurentiis di risanare i propri bilanci e di affrontare il torneo appena terminato con serenità, concludendolo alla grande in una posizione di classifica non inferiore al precedente.

Quello del pallone è un mercato come tutti gli altri: c’ è chi vende e chi acquista. Comandano sempre e soltanto i soldi. Chi ne ha di più si assicura il meglio esistente sulla piazza e chi dispone di pezzi pregiati li smercia ad alto prezzo. Cosa ci sia di strano in questa logica capitalistica non lo comprendiamo. Alcuni giorni fa il caso Higuain ha avuto una replica sia pure con altri protagonisti.

Il portierone del Milan, Gianluigi Donnarumma, neanche a farlo apposta napoletano, ha rifiutato un rinnovo di ingaggio annuale di 5 milioni di euro, uno sproposito, offertogli dal suo club, perché attratto da altre sconosciute offerte più ricche. Si dice che ad essere interessato a lui sia nientemeno che il Real Madrid, primo in Europa e forse nel mondo. Il ragazzo, diciottenne, manovrato dal proprio procuratore, il pizzaiolo Mino Raiola, pare che preferisca andare in Spagna che rimanere a Milano. E ciò lo ha posto al centro di aspre polemiche.

Gli appassionati rossoneri gliene hanno dette di ogni colore: fedifrago, sei senza dignità, pensi solo al denaro, non hai un minimo di gratitudine per la squadra che ti ha preso dal settore giovanile e ti ha lanciato tra le stelle. Gli imputano di essere troppo avido e lo disprezzano, paragonandolo a Giuda perché prima ha baciato pubblicamente la maglia rossa e nera, poi l’ ha rinnegata prenotando il volo per la capitale spagnola.

I sentimenti forti dei calciofili vanno compresi, ma fino a un certo punto. L’ attaccamento alla bandiera è irrazionale, risponde a scelte di cuore fatte in età giovanile e non si può smontare con ragionamenti concreti.
Tuttavia occorre considerare che il football non è una attività avulsa dal mercato e soggiace alle leggi che governano qualsiasi impresa.

I giocatori sono risorse, si vendono e si comprano in base a criteri economici. Terzini, centrocampisti, attaccanti e portieri sono prestatori d’ opera esattamente come geometri, ingegneri o attori del cinema: vanno dove conviene e non dove li porta il muscolo cardiaco. Deplorarli perché badano alla tasca più che ai colori della casacca è un esercizio di pura ipocrisia. Tutti siamo sensibili alle esigenze della tasca e le assecondiamo. Non abbiamo il diritto di rimproverare i calciatori perché sono tali e quali a noi.

Caro Donnarumma, ego te absolvo a peccatis tuis. Tuffati pure in un mare di milioni e non ti curare della umana invidia”.

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