FOTO – Figc-Juve: pace fatta! Ma cosa c’è dietro la conciliazione?

Come riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, non significa che i giochi elettorali siano fatti, perché come ha detto lui stesso la Juventus pesa appena lo 0,6% sul voto del presidente federale, in questo astruso meccanismo che assegna il 34% ai dilettanti. Ma l’endorsement di Andrea Agnelli a favore di Carlo Tavecchio, in coppia con il direttore generale Michele Uva, ha un altissimo valore politico e segna una svolta nei rapporti tra il club bianconero e il governo del calcio italiano.

Se nell’estate 2014, per via della scivolata su Optì Poba e non solo, Tavecchio era ritenuto «inadeguato», tanto da spingere la Juve a guidare l’opposizione col sostegno alla candidatura di Albertini, adesso il quadro è radicalmente mutato, anche perché sono mutate le alleanze in Europa: l’elezione a presidente Uefa di Ceferin sostenuta dalla Figc, la riforma della Champions su sollecitazione dell’Eca con gli italiani Agnelli e Gandini. «Due anni e mezzo dopo – ha spiegato Agnelli al termine dell’assemblea degli azionisti – possiamo dire che Tavecchio e Uva hanno una conoscenza e una percezione della macchina amministrativa molto superiore.

Adesso puoi permetterti di gestire con un respiro più lungo. In assenza di alternative che nel caso valuteremo, questo è un ticket che può dare le migliori garanzie per assicurare quelle riforme di cui il calcio italiano ha bisogno. Tavecchio peraltro ha espresso con atti concreti la volontà di smarcarsi da tutor invasivi (Claudio Lotito, ndr)».