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Fu l’incubo dei tifosi azzurri nell’Europa League nel 2015, ora arriva la notizia peggiore per il Dnipro

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25 Giugno 2017 13:48 Di redazione
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Dalla finale di Europa League (persa 3-2 col Siviglia nel 2015 dopo aver eliminato il Napoli di Higuain e Benitez) alla terza serie ucraina in solo due anni. Il Dnipro Dnipropetrovsk, apparentemente nuova frontiera calcistica dell’est europeo, ha fatto crack. Dopo la retrocessione patita sul campo (e la revoca dell’anno scorso della licenza Uefa), la Fifa ha ordinato alla Federcalcio ucraina di retrocedere il club in terza serie a tavolino. Un club in totale bancarotta, il “club di un popolo, il gioccattolo di uno solo”, com’è definito da queste parti, in relazione ai capricci dell’oligarca Igor Kolomoisky, che ha deciso, dall’oggi al domani, di chiudere i rubinetti degli investimenti.

Motivo? Concentrarsi esclusivamente sul finanziamento dei battaglioni volontari di contrasto all’esercito filo-russo. Il passato di Kolomoisky è noto, in Ucraina: ex governatore dell’Oblast di Dnipropetrovsk, importante città di un milione di abitanti a est del paese in cui si parteggia palesemente per Mosca, più che per Kiev. Per Kolomoisky, invece, est e ovest non esistono essendo un forte sostenitore dell’unità nazionale. Personalità del mondo ebraico ucraino, a capo a lungo tempo di PrivatBank Group, detentore delle finanze delle industrie multinazionali di acciaio, gas e petrolio. Il suo patrimonio ammonta (almeno secondo i dati relativi all’anno scorso) alla bellezza di 1,36 miliardi di dollari.

Ma, percorsi internazionali entusiasmanti, o no, per Kolomoisky il calcio è un capitolo chiuso già da diverso tempo. E la nuova destinazione del percorso del Dnipro è stata lo sfascio totale: già a metà 2016, debiti pari a 1milione 742mila euro, che hanno portato a 12 punti di penalizzazione e, secondo la legge del piano inclinato, la retrocessione come penultima forza dell’ultimo torneo di massima serie ucraina.

Tuttavia, si diceva, i guai non finiscono qui: Il disimpegno d Kolomisky è stato talmente netto da far sì che la situazione debitoria continuasse a peggiorare. Nei giorni, nei mesi, fino al crack insanabile, che ha fatto scendere in campo la Fifa. Il cui diktat è stato perentorio: penalizzare il club sino a farlo ripartire dalla terza serie. Non fosse che i problemi, a queste latitudini, sono stati (e tuttora lo sono) ben più gravi rispetto a quelli calcistici (da Euromaidan in avanti), si direbbe che i tifosi del Dnipro si sono ritrovati in un vero e proprio frullato emotivo: dai tempi di Kalinić, Douglas Silva, Léo Moura e Konoplyanka, a una formazione arrabattata di soli giocatori ucraini (a seguito della guerra civile la mobilitazione è stata, ad ogni modo, “generale”) in cui spicca ancora il nome di capitan Ruslan Rotan, rimasto nonostante le vicissitudini societarie. Ed ora ad un destino, praticamente certo, ai limiti del dilettantismo.

Fonte – Eurosport

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