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Fuga dallo stadio: la Serie A peggio dell’India, inquietante il dato del Napoli!

Campionato
14 Novembre 2016 10:23 Di redazione
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Per vedere lo stadio Olimpico pieno c’è bisogno della palla ovale. Malgrado un’irriducibile tradizione di sconfitte (sabato contro gli All Blacks non ha fatto eccezione), l’Italia del rugby continua a riempire le gradinate. Le stesse che restano praticamente deserte da più di un anno, domenica dopo domenica, quando giocano Roma e Lazio. L’ultimo provvedimento che ha contribuito a svuotare l’Olimpico sono le barriere di vetro che tagliano a metà la curva Sud e la curva Nord, i settori che una volta si definivano “popolari”, la casa del tifo organizzato.

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Decisione della questura, con ordinanza del 28 luglio 2015: dividere le curve,per le forze dell’ordine, aiuta a garantire controllo e legalità. Per i gruppi ultras, invece, è l’e n n e si m a provocazione di una lunga serie (iniziata con la “tessera del tifoso”voluta dall’ex ministro dell’Interno Maroni nel 2009), con l’obiettivo (riuscito)di tenerli fuori dagli stadi. Il risultato è che l’Olimpico è diventato un deserto di ghiaccio, un teatro mastodontico, inospitale e silenzioso. Una cartolina perfetta dell’intero movimento calcistico nazionale. Anche dove non ci sono barriere, infatti, la fuga dalle gradinate è generalizzata. Le cifre del disastro I numeri delle prime 12 giornate di serie A sono sconfortanti. La media spettatori diminuisce ancora: dai 22.221 della passata stagione ai 21.516 dell’attuale (fonte: il Report 2016 della Figc). Non basta la timida crescita delle milanesi.

L’Inter, che guida la classifica del pubblico, porta a San Siro una media di 47.989 persone (quasi 2.500 più che nello scorso campionato), il Milan passa da 37.861 a 38.521. Cifre influenzate dal fatto che entrambe le squadre hanno già affrontato in casa la Juventus, con grandi numeri al botteghino. Roma e Lazio sono disastrose. I giallorossi perdono quasi 6 mila spettatori di media e scendono a 29.011. Una cifra raccapricciante, per la storia del tifo romanista: 15 anni fa, nella stagione dell’ultimo scudetto, l’Olimpico era gremito da 64.271 spettatori a partita. Per quanto riguarda i biancocelesti, invece, il rito domenicale è diventato appuntamento per pochi intimi: 15.850 spettatori (l’anno scorso erano 21.025, quindici anni fa oltre 47mila).

Può sorprendere il crollo del Napoli: malgrado uno dei pubblici più caldi d’Italia e una squadra ormai stabilmente nell’élite del calcio italiano, la gente diserta lo stadio (in polemica con il caro biglietti del presidente De Laurentiis): dai 38.760 spettatori della passata stagione ai 26.049 dell’attuale. Pochi tifosi e stadi enormi: è il sistema Italia. Il load factor è la percentuale di riempimento degli impianti: l’Olimpico rimane vuoto per il 59% quando gioca la Roma e per il 77% quando gioca la Lazio; San Siro per il 41% con l’Inter e per il 52% con il Milan; il Napoli ha lasciato deserti il 57% dei seggiolini del San Paolo. L’unica isola felice, tra le “grandi”, è la Juventus con il suo stadio di proprietà, che riempie ogni domenica per il 95,6% (la media spettatori è passata dai 38.662 del 2015 ai 39.678 di questa prima parte di campionato).

Tommaso Rodano – Il Fatto Quotidiano

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