Di Gennaro: “Ventura, adesso cambi idea: non può più ignorare Jorginho!”
Antonio Di Gennaro, ex centrocampista della Nazionale, conosce Jorginho fin dai tempi di Verona. Ecco quanto rivelato al Mattino: «Perché spesso capitava che lo paragonassero a me, per il modo con cui si muoveva a centrocampo. Devo ammettere che a Nizza ho visto quanto sia diventato portentoso e quanto sia cresciuto in quest’ ultimo anno».
Di Gennaro, anche fisicamente?
«I suoi progressi ruotano tutto sulla sua struttura: si è irrobustito, ha messo muscoli il che lo porta ad essere meno timorosi nei contrasti, a cambiare passo a proprio piacimento, a recuperare più palloni».
Eppure Ventura continua a non considerarlo.
«Adesso forse dovrebbe cambiare idea, anche perché a Madrid, nella sfida con la Spagna, ha bisogno di giocatori in forma. E il Jorginho di Nizza è in condizioni straordinarie. Io non riuscirei a fare a meno di lui».
Quali i meriti di Sarri?
«Lui non era una promessa quando è arrivato al Napolianche perché venne pagato tanto. Ma il centrocampo a due di Benitez è stato una tortura. Con Sarri è cresciuto, tanto. È un classe 91, è nel pieno della sua maturità calcistica e giocare al centro di una linea mediana a tre lo esalta. Anche se adesso, vista la sua crescita fisica, potrebbe anche giocare in un 4-2-4».
Da ex regista, cosa la impressiona di più dell’ italo-brasiliano?
«La gestione dei tempi, le istruzioni che è in grado di dare ai compagni. Ora è un leader del gioco ed è rispettato dagli altri, che ne riconoscono qualità e importanza. E si vede. Poi, quando uno bravo non ha paura di mettere il piede in un contrasto, è chiaro che guadagna il rispetto degli altri».
Il suo modulo ideale è questo?
«Sì, ma può giocare anche in altri schemi. Ma è evidente che sia un play perfetto, che sposta il gioco, comanda…».
È la versione moderna di un regista?
«Esatto. Ai miei tempi, per esempio, dal regista ti aspettavi lanci lunghi di 40 o 50 metri, continue verticalizzazioni. Ora non è più così: c’ è bisogno di cambi di gioco, e lui sotto questo aspetto ha pochi rivali».
Un punto debole lo avrà?
«Sì. Il tiro in porta: a Nizza gliene ho visto fare uno inguardabile. Magari non è stimolato ad allenarsi di più sotto questo aspetto perché con qui tre là davanti il gol non è mai un problema per il Napoli. Ma questo è un aspetto su cui ha dei margini di crescita importanti».