Identikit di un predestinato, la storia di Amadou Diawara

Domani potrebbe esordire dal primo minuto in campionato, il Napoli ha fortemente bisogno di suoi muscoli e della sua freschezza a centrocampo. Parliamo di Amadou Diawara, guineano classe 1997. La storia del nuovo centrocampista azzurro è molto cinematografica, siamo a Conarky città portuale della Guinea, Amadou è qui che inizia tirare i primi calci ad un pallone. Il ragazzino gioca di nascosto, perchè il padre che è un insegnante di matematica, è contrario. Lui si impone e alla fine l’occasione importante arriva, Robert Visan agente che trova potenziali fenomeni in posti improbabili, lo porta nel nostro paese. Ancora oggi Robert ricorda la prima impressione quando si trovò di fronte Amadou: “Rimasi fulminato: era un africano con i piedi di un brasiliano”. La prima squadra italiana è la Virtus Cesena, dura poche settimane poi subito in Lega Pro debutta con il San Marino.

 

Amadou ha sedici anni ma non li dimostra chiedere al suo tecnico di allora, Fabrizio Tazzioli: “Sembrava giocasse da un secolo. Amadou oggi è un talento puro, ha il calcio nel dna. E’ nato play davanti alla difesa. Fa sempre la giocata giusta. Mi ricorda Pizarro, ha le stesse geometrie, e anche Desailly, con meno forza fisica e più qualità nei piedi”. Tazzioli è anche un vecchio amico di Roberto Mancini, hanno condiviso insieme l’esperienza nelle giovanili del Bologna, ed è per questo che propone Diawara all’Inter ma il Mancio si dirige su profili più esperti come Kondogbia. L’acquisto di una squadra di Serie A è solo rimandato, Corvino si fida di Tazzioli e lo porta al Bologna per 800mila euro. Il resto è storia nota con il gran campionato alla corte di Donadoni, e il successivo acquisto del Napoli di De Laurentiis che lo strappa alla concorrenza della Roma.