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Incassi, paracadute e scelte logistiche: ecco cosa cambia tra secondo e terzo posto

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13 Maggio 2017 10:20 Di redazione
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L’edizione odierna del Mattino evidenzia gli introiti derivanti dalla Champions nel corso di un’accurata analisi apparsa stamane sulle pagine sportive del giornale: “Il Napoli e la Roma attendono come una manna dal cielo la pioggia di denaro che arriverà dall’ accesso diretto alla Champions, magari per affondare qualche colpo di mercato ma soprattutto per scavare un solco (economico) importante tra sé e gli altri.

Eppure, è vero che chi arriva secondo può già essere sicuro di mettere in tasca almeno 29,5 milioni di euro solo dall’ Uefa (12 milioni che spettano di diritto alle qualificate più un minimo di 17,5 milioni di euro che arrivano dal market pool) ma pure chi arriva terzo non ha motivo di dannarsi: in primo luogo perché c’ è ancora il piano B, ovvero il preliminare di agosto dove gli azzurri sarebbero testa di serie (sono al 17esimo posto nel ranking) mentre la Roma (37esima) non lo sarebbe; e il secondo motivo è che anche il mancato accesso ai gironi non sarebbe un danno economico così gigantesco come ci si potrebbe immaginare.

Questo perché con il nuovo ciclo dei contratti televisivi e commerciali l’ Uefa ha cambiato un bel po’ di cose nel meccanismo di ripartizione. Una novità su tutte: l’ introduzione di un paracadute per chi viene eliminato ai playoff. Un paracadute da 10 milioni. Il notevole incremento dei proventi dell’ Europa League, poi, fa il resto. La Roma, per esempio, uscita agli ottavi di Europa League, incasserà all’ incirca 32 milioni di euro.

Arrivare secondo o terzi incide, però, nella spartizione dei milioni del market pool in ogni caso. Fatto 100 (milioni) il market pool italiano (i calcoli non sono ancora stati fatti dall’ Uefa per la stagione 2016-2017), una metà viene suddivisa in funzione all’ andamento della squadre partecipanti (quindi solo Napoli e Juve prendono parte alla spartizione in questa edizione della Champions). L’ altra metà (50) in base al piazzamento in campionato: 25 milioni alla prima in classifica, 17,5 alla seconda e 7,5 alla terza.

Fin qui la Champions. E la Lega Calcio? La quota di premi dei diritti tv legata ai piazzamenti in serie A non varia per le prime tre classificate: è di 10,38 milioni ciascuna. Le prenderanno Juve, Roma e Napoli. Per il resto tutto dipende da altro: la storia, i piazzamenti legati al passato, il bacino di utenza. D’ altronde, in attesa della rivoluzione del prossimo anno, il motto è «più soldi per tutti».

Il Napoli, considerando solo i premi Uefa, senza calcolare gli incassi da stadio e gli incrementi derivanti dalle attività di marketing e quelle commerciali, si porta a casa più o meno 65 milioni, salvo conguaglio: 12 milioni per la partecipazione ai gironi, 5,5 per le performance nella prima fase (3 vittorie e 2 pareggi), 5,5 per gli ottavi e 37,3 milioni del market pool (17,5 per il secondo posto nella scorsa Serie A e circa 25 di milioni per il cammino in Champions), cioè i proventi tv suddivisi tra le squadre dello stesso Paese.

Ecco, il secondo posto non è più semplicemente un piazzamento d’ onore: porta con sé una vagonata di euro. Dal prossimo anno, però, la sottile linea rossa sarà il quarto posto perché saranno le prime quattro a garantirsi quell’ inconfondibile musichetta del martedì o mercoledì sera. Il secondo posto dà l’ accesso diretto alla Champions, il terzo richiede l’ anticamera dei preliminari dove negli ultimi sette anni, per ben sei volte le italiane sono state eliminate (due volte l’ Udinese, una Roma, Lazio, Sampdoria e Napoli). Solo il Milan, nel 2013, ha rotto il tabù.

Sapere già a fine maggio di avere la Champions fa sentire importante, ricco, ambizioso. La Champions League è così: uno spartiacque tra l’ élite e la classe media. Senza dimenticare che fare i playoff avrà due effetti collaterali: il ritiro verrà anticipato di almeno cinque giorni (partenza prevista per il 7 luglio dovrebbe avvenire intorno al 2) e le mosse di mercato ne risentirebbero”.

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