Jorginho: “Siamo forti, vogliamo vincere. Nazionale? Il ct nega l’evidenza. Sarri come nessuno”

Jorginho, centrocampista azzurro, ha rilasciato una intervista sulle pagine del Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato: Un brasiliano a Napoli, cosa chiedere di più dagli incroci del destino? Il ritiro è finito, sta arrivando la Champions: quali sensazioni avverte Jorginho? «Quelle giuste, di una squadra che sta crescendo atleticamente ma anche mentalmente».

Guidata da un regista che sta diventando il «padrone» del centrocampo. «Ora mi sento diverso, ho acquisito sicurezze sempre maggiori e questo è un merito che devo riconoscere a Sarri ed ai miei compagni: sento la loro fiducia, mi gratificano – appoggiandosi su di me – anche nei momenti più delicati di una partita».

Il primo pensiero , sarà scontato dirlo, è per il Nizza. «Che è duro da affrontare, perché arriverà al San P a o l o c o n qualche partita di campionato nelle gambe. Sappiamo che ci darà fastidio, ma ci interessa poco: noi vogliamo la Champions, non abbiamo nessuna intenzione di rinunciarci».

Rispondete con sincronismi già noti. «Il vantaggio di avere due anni di lavoro alle spalle con lo stesso allenatore, la possibilità di fare quel che ci riesce meglio senza dover avere la necessità di imparare altro, di doversi ambientare. Siamo quelli di sempre, praticamente».

E con uno Jorginho straordinario: c’è carenza di registi di spessore e il vuoto lasciato da Pirlo si avverte. «Però in me, nelle mie potenzialità, hanno creduto in pochi Il primo è stato Mandorlini, poi è arrivato Sarri: mi sento cambiato, rigenerato, alleggerito ed anche gratificato».

Ha saltato Benitez. «Cominciai bene, per sei mesi ci siamo divertiti, giocavamo un bel calcio. Poi nella seconda stagione, lui ha voluto cambiare, ha scelto di modificare il modo – non il modulo – andando alla ricerca dei lanci e delle seconde palle. Ho sofferto, ma non è un’accusa».

Ora passa tutto da lei. «Ci è familiare il sistema ed i movimenti. Ma soprattutto c’è gran feeling tra di noi: il Napoli ha seminato bene nel tempo, ci portiamo dietro gli insegnamenti di due campionati nei quali abbiamo recitato da protagonisti».

Intanto è maturato anche lei: diventare leader è un passo. «Io mi sento tale e lo dico senza presunzione. Ma qui ognuno di noi lo è, perché ci sentiamo importanti tutti. Di mio ci metto l’allegria: penso positivo, cerco di essere d’aiuto. Ogni partita comincia con un rito personale: un saluto per chi scende in campo con me. E’ un tentativo di caricarsi».

Di questo passo, le verrà sempre più voglia della Nazionale. «Un argomento sul quale eviterei qualsiasi commento. Quando vedi certe cose, meglio concentrarsi sul lavoro e lasciar perdere».

Pentito di aver preferito l’Italia al Brasile. «Io rispetto le scelte del Ct ma non le condivido, né le capisco. Mi sembra che si stia negando l’evidenza…. Tutto qua».

Il campionato riparte da Verona. «E’ una città che mi ha dato tanto, mi ha accolto quando sono arrivato, mi ha riservato affetto e calore. So che c’è rivalità tra le due tifoserie, ma non posso dimenticare ciò che ho ricevuto da gente che è rimasta a me legata e che guarda la partita in tv e fa il tifo per me».

Si sbilanci sul campionato. «Sarà difficile e bello, più di quelli recenti. La Juventus parte avanti ma non può ritenersi la favorita assoluta, come in questi ultimi sei anni. Noi stiamo facendo grosse cose da due anni e la Roma anche si è comportata benissimo in questo stesso periodo. L’Inter ed il Milan stanno procedendo con un mercato importante».

Voi avete acquistato poco. «Quello che ci serviva. Siamo forti».

Ma Jorginho ha sogni? «Io voglio vincere, come tutti i miei compagni. Penso che lo meritiamo per il modo in cui interpretiamo il calcio e credo sia un riconoscimento che sta conquistando la città e la società. Stavolta mi sembra di avvertire sensazioni assai gradevoli, quasi fosse la situazione perfetta».

Il San Paolo si sta scaldando. «Non avevo dubbi, so che saranno in tanti contro il Nizza, ci aiuteranno nell’impatto con la stagione. Ci giochiamo immediatamente parecchio, ma sappiamo di avere al nostro fianco tifosi eccezionali, che ci garantiranno il loro sostegno nei momenti difficili. So che ce ne saranno, anche nel corso dell’anno, non si può sempre vincere. Ma noi non saremo soli».

Cos’avete di più o di diverso dagli altri? «La mentalità di Sarri, che ci ha cambiato completamente e ci ha migliorato. Ma va detto anche che la forza del gruppo è notevole: questo Napoli è pieno di talento ed ha anche tanta fame».