Juve-‘ndrangheta, ai primi di giugno l’esito del procedimento: compromesso club-ultrà

Ai primi di giugno si saprà l’esito del procedimento sportivo, ma non andrà per le lunghe neanche quello penale. Come riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, è ormai entrato nel vivo il processo «Alto Piemonte», nato da una indagine dei pm di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord finita poi sul tavolo della procura Figc.

Ieri si è tenuta a porte chiuse nella Maxi Aula 1 del tribunale di Torino l’udienza numero tre e l’attenzione massima è sempre sull’interesse dei clan nel bagarinaggio allo Stadium. Nessun dipendente della Juve è indagato, ma l’inchiesta ha evidenziato un compromesso clu b­ultrà: biglietti da rivendere in cambio di pace sociale. Alla sbarra con l’accusa di associazione mafiosa anche Rocco Dominello, incensurato figlio di un boss ormai dissociatosi dai clan: è il personaggio chiave, un ex ultrà capace di interloquire con il club ai massimi livelli. La sua strada processuale sembra ormai decisa: niente dibattimento, niente lunga sfilata di dirigenti Juve in aula.