Juve-‘ndrangheta, bianconeri all’attacco: “Desecretate subito Pecoraro!”
Bianconeri al contrattacco, soprattutto della procura federale. Come riporta l’edizione odierna de La Stampa, per una volta Juventus Channel abbandona le analisi sugli avversari e le performance dei giocatori per affrontare la bufera «mediatica» nata sull’onda dell’inchiesta della procura di Torino, chiamata «Alto Piemonte», e poi ripresa dalla procura federale sportiva e dalla commissione antimafia.
Ieri sera, per oltre un’ora, si è parlato di intercettazioni telefoniche, di istituzioni, e procedura per penale, a tu per tu con l’avvocato Luigi Chiappero, legale della società. Si sono rilette le intercettazioni telefoniche, diffuse nei giorni scorsi. «Di per sé, un brano estrapolato dal contesto è fuorviante e si può prestare a tante interpretazioni, non sempre corrette e corrispondenti alla verità» ha detto Chiappero.
Ed ha aggiunto più volte: «Nessun dirigente della squadra è indagato. Nell’inchiesta penale che ci vede coinvolti siamo testimoni. L’unico dato sui cui occorre fare fede sono le conclusioni della Direzione distrettuale antimafia torinese che a conclusione delle indagini non ha riscontrato responsabilità di nessun membro della società. Tutto ciò che è successo dopo è frutto di una rilettura non corretta degli atti».
E tutto il resto si riferisce a quanto è stato rilevato dalla procura sportiva, guidata da Giuseppe Pecoraro, con il deferimento di Agnelli, Calvo, D’Angelo e Merulla. Il contrasto che solleva la società sarebbe nato proprio dalla lettura delle carte d’inchiesta e dalla loro interpretazione parziale, «difforme dalla lettura data dalla magistratura penale». Ed è per questo dal canale del club è partita la campagna #descretatepecoraro, per chiedere la pubblicazione di tutte le carte, che sembrerebbero addirittura contrastanti con quelle della procura ordinaria.