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Koulibaly: “Amo Napoli, Maradona mi ha scioccato! Benitez unico, gli attaccai il telefono in faccia perchè…”

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17 Novembre 2016 13:58 Di redazione
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Kalidou Koulibaly, difensore centrale del Napoli  ha rilasciato un’intervista a France Football. Ecco alcune dichiarazioni: “Ho fatto tanti sacrifici, ma oggi sto vivendo un sogno. Erano pochi quelli che si aspettavano di vedermi a certi livelli, e io posso dire di aver visto compagni di talento che non sono emersi del tutto. Segreto? Sono un perfezionista, una qualità che mi ha reso più forte. Al Metz ho vissuto un momento difficile, ma capii che dovevo agire con passione dando il meglio di me ogni giorno. In quei momenti ero diventato insopportabile con amici e parenti perchè non riuscivo ad esplodere. Decisi di puntare tutto sugli studi, non nascondo che il calcio era diventato  secondario”.

Poi continua: “Se non avessi fatto il calciatore? Beh, mi sarebbe piaciuto lavorare nel settore assicurativo e bancario, ero molto bravo in matematica. Avrei potuto fare anche il professore di educazione fisica”.

Allenatori? “Tutti sono stati importanti per me, ma non potrò mai dimenticare Benitez. Gli ho chiuso il telefono in faccia per ben tre volte perchè pensavo fosse uno scherzo da parte degli amici. Dopo ho scoperto che era vero: fu incredibile! Il trasferimento al Napoli doveva concretizzarsi a gennaio, ma poi non se ne fece nulla. Benitez tornò alla carica e mi portò in azzurro l’estate dopo. Arrivato a Napoli, ho avuto fortuna: nei primi allenamenti non c’erano i big perchè c’era il Mondiale, e così ho avuto modo di mettermi in mostra. Mi sono ambientato subito perchè avevo voglia di imparare l’italiano e capire le idee dello spogliatoio e del mister. Senza i big non avevo quella normale soggezione che hai quando sei nuovo e davanti a te ci sono i fuoriclasse. Amo Napoli ed i napoletani sono davvero un popolo unico perchè vive di calcio, e De Laurentiis è la prova. Il presidente è atipico, tutto il giorno lavora per farci migliorare, è una brava persona. Lui e i napoletani sono pazzi per la squadra. Noi calciatori quando giriamo per le strade dobbiamo farci foto e firmare autografi, la mia famiglia ormai conosce meglio di me le bellezze del posto (ride ndr). Pressioni e responsabilità? Nessuna paura: è l’essenza del calcio”.

I miti dei tifosi? “Maradona ad esempio, non credevo potesse chiedere la mia maglia uno come lui.  Pensavo fosse uno scherzo, mi ha scioccato! Poi mandò la foto per ringraziarmi, incredibile! Che onore, spero di incontrarlo”.

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Episodio razzismo: “Contro la Lazio quell’episodio mi ha infastidito non poco. E’ triste rilevare che c’è ancora gente che offende per il colore della pelle. Per colpa di questi individui l’Italia ha una cattiva immagine. Dopo la partita una bambina mi si avvicinò per esprimere il suo dispiacere ed io gli regalai la mia maglietta. Queste minoranze vanno isolate ma non bisogna mai generalizzare”.

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