La mossa di Sarri, i numeri e il caso-Insigne: pit-stop Napoli, che bicchiere vedete?
I numeri – Siamo alla seconda pausa di Campionato ed è il momento di fare un primo bilancio: 9 partite giocate, 20 gol realizzati, 6 vittorie, 2 pareggi ed 1 sconfitta. Questo lo score dell’inizio della stagione sportiva del Napoli. Numeri da capogiro, se poi ad essi aggiungiamo il 58% del possesso palla, l’88% dei passaggi completati e un raggio d’azione che si sviluppa soprattutto in fase offensiva e sul lato sinistro, non avremmo mai pensato che sarebbero potute piovere critiche per questa squadra. Eppure, rimarcando ancora una volta l’ottimo lavoro compiuto finora, soprattutto se si considera che due delle sei vittorie sono accorse in una competizione dove il Napoli non è abituato a giocare, ci sono alcuni fattori critici di successo da rimarcare.
Allenatore – Un maniaco della fase difensiva. Chi pensa che Sarri sia un allenatore offensivo si sbaglia di grosso. Possiamo dire che la fase difensiva è rivisitata in maniera tale che la squadra difenda con una linea piuttosto alta. Certamente è così ma il mister toscano ha dimostrato, a più riprese, di badare soprattutto a non prenderle. Sappiamo anche che la difesa, nel gioco di squadra, passa anche dagli altri reparti ed è per questo che Callejon, il calciatore più rappresentativo di questo scorcio di stagione, è il classico “equilibratore” che tutti gli allenatori vorrebbero aver in squadra e che fanno sempre giocare. A proposito dove sono quelli che … “O chiatton’ non lo leva mai” (ricordate Benitez? Ora anche Sarri). Per avere un’ottima difesa c’è bisogno di un buon filtro a centrocampo cosa che riusciamo ad avere solo quando giochiamo sopra ritmo. Jorginho ed Hamsik appannati, l’assenza di Allan ed il gioco è fatto. A Bergamo il segnale di resa non è stato solo nella comunicazione di fine gara. Perché non provare forze nuove? Possibile che un Diawara, sebbene sia per ora soltanto un giovane talentuoso, non abbia trovato spazio contro un’Atalanta infoltita di giovani che ha pensato soltanto a disfare strategicamente le fonti di gioco del Napoli? Capita, così che Maksimovic, Koulibaly e Hysaj appaiano come le controfigure dei “plus” valenti calciatori ammirati contro il Benfica.
Comunicazione – Non ci è proprio piaciuta quella di fine gara. Passi per la rabbia per la prima sconfitta stagionale, passi anche per lo stress accumulato alla fine di un ciclo terribile con partite giocate ogni tre giorni, a proposito si dice che la terza sia sempre la peggiore da affrontare (amen), ma la resa non è ammissibile. Saranno stati pensieri anche condivisibili ma le parole che un leader deve adottare per toccare le corde di un gruppo sostenuto da un’intera città sono ben diverse. A nessuno piace partire sconfitto benché meno a Sarri ed allora che senso ha avuto parlare in quella maniera? Non vogliamo credere che sia stata la “mossa della disperazione”, sintomo di un problema inguaribile e poco edificante per se stesso e per gli altri altrimenti che senso avrebbe andare avanti per l’intera stagione? Suvvia Mister ripartiamo!
Modulo – il 4-3-3 è diventato il marchio di fabbrica di questa squadra, il Napoli utilizza fraseggi corti, crea occasioni attraverso triangolazioni con palla avanti – palla indietro, attacca sulle fasce e centralmente, controlla la partita nella metà campo avversaria. Una meraviglia vederlo giocare ma non può e non deve essere l’unico modo per mettere sotto gli avversari. Non siamo adeguati per fare il 4-2-4 come chiesto dal presidente al momento dell’acquisto di Rog? Benissimo, ma il 4.2.3.1 oppure il 4.3.1.2 sono già stati riposti in soffitta? Faremmo meglio a rispolverarli ma se non ci crede prima l’allenatore come fanno a crederci i vari Gabbiadini, Giaccherini e lo stesso Rog? Quest’anno le risorse della rosa sono superiori e vanno sfruttate tutte adeguando il gioco alle caratteristiche dei calciatori e non viceversa. I calciatori menzionati forniscono delle alternative tattiche importanti, sarebbe delittuoso non sfruttarle. Così come Milik è sembrato molto forte ma non attacca la profondità, inutile continuare ad ostinarsi con lo stesso credo, c’è bisogno di un pensiero laterale più che di un passaggio. Infine Insigne. Sarebbe curioso capire cosa gli passa nella testa. Le sue doti sono sotto gli occhi di tutti, non le può nascondere come non si può nascondere che il problema sembra più psicologico. Forse non gli si può chiedere di partire dalla panchina quando Mertens ha dimostrato che il subentro, invece, lo carica a pallettoni. Ma poi, chi dice che non potrebbero ritrovarsi, insieme, quando un Gasperini al patibolo la settimana prima ed al trionfo in questi giorni, compone una difesa ad oltranza che nemmeno Nereo Rocco ai tempi della Triestina.
Siamo destinati a soffrire soprattutto perchè pensiamo di essere quel che non siamo. Ma c’è tempo per migliorare. Questione di volontà non allineate. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Voi come lo vedete? Noi mezzo pieno, forse anche più di mezzo. Ma le possibilità per riempirlo ancora di più ci sono. Perchè non osare?
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