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Marotta: “In Italia invidiosi della Juve. Mai clausole, sono segnale di debolezza. Higuain? Beh, 90 milioni…”

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26 Maggio 2017 10:10 Di redazione
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L’ad della Juve, Beppe Marotta, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport: «Io sono stato per qualche decennio dirigente di squadre meno importanti della Juventus e ho sempre visto la Juventus come una società forte e vincente. Quando uno è forte e vincente subentra la cultura dell’invidia e quindi la vittoria viene denigrata o svilita. Quando uno vince è perché è più forte in tutte le componenti. Purtroppo nel nostro calcio c’è molta cultura dell’invidia e poca cultura della sconfitta».

Cos’è la cultura della sconfitta? «Quella che ti permette di imparare dalle sconfitte. Invece in Italia, spesso i nostri avversari hanno perso dando la colpa all’arbitro o qualcos’altro. Questa è la cultura dell’alibi. E’ un concetto sbagliato da sradicare, perché toglie responsabilità ai giocatori, alimentando in loro una mentalità perdente».

«Se noi in questi sei anni abbiamo fatto quasi cento punti più del Napoli e della Roma e non so quanti più delle milanesi non si può discutere la supremazia chiara e netta. E la supremazia non nasce per caso, ma perché hai qualcosa in più degli altri. Nel nostro caso il modello di cui parlavamo prima».

Quanto vale Dybala? «Non ha un valore. Il valore di un giocatore è dato nel momento della sua cessione. Se mettevo una clausola su Pogba tre anni prima di cederlo avrei detto: 60 vanno bene. Mentre invece l’abbiamo venduto a 110. La clausola è una follia, non la metterò mai su un giocatore. Non è un vantaggio, ti mette nelle condizioni di debolezza».

Per esempio senza clausola, probabilmente, De Laurentiis non vi avrebbe ceduto Higuain. «Mah, questo non lo so… novanta milioni sono novanta milioni!».

 

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