MATTINO – Il boss aiutò la carogna dopo la «trattativa» all’Olimpico. Nessun rilievo per il Napoli
Guarda caso tutto inizia a partire da quella data, una sorta di spartiacque per chi stava indagando sulle infiltrazioni della camorra nel tifo azzurro e sulle possibili pressioni dei clan sulla società azzurra. Guarda caso, l’ inizio della fortuna dei fratelli Esposito, sia in termini imprenditoriali sia per quanto riguarda vita notturna e frequentazioni patinate, ha inizio in quel fatidico mese di maggio di tre anni fa.
Anno 2014, sabato tre maggio, il Napoli batte la Fiorentina nella finale di Coppa Italia, ma l’ attenzione nazionale è tutta per il doppio choc collettivo: l’ agguato al tifoso azzurro Ciro Esposito (morirà dopo 56 giorni di agonia), per mano di un ultrà della Roma, e la cosiddetta trattativa che ne consegue, proprio sugli spalti dell’ Olimpico.
Ricordate quelle foto di Gennaro De Tommaso, il famigerato Genny la carogna? Ricordate quella sagoma a cavalcioni sulle ringhiere della curva che parla con l’ incolpevole capitano del Napoli Marek Hamsik, chiamato a mediare di fronte al rischio di non far disputare l’ incontro all’ Olimpico? Scene che fecero il giro del mondo, sotto lo sguardo impietrito dell’ allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell’ allora premier Matteo Renzi.
Scene che hanno dato inizio ad un’ inchiesta sulla «trattativa», ma anche sui presunti contatti tra ultrà, imprenditori in odore di camorra, boss patentati e calciatori del Napoli che, ora come allora, vanno ritenuti estranei ed impermeabili alle logiche del crimine.
Ma è il gip Pollio a scoprire in un certo senso le carte, proprio nell’ indicare il rapporto che a partire da quel periodo si consolida tra gli Esposito ed Ettore Bosti: parliamo del boss del clan Contini, all’ epoca a piede libero (era stato assolto dall’ accusa di omicidio), e guarda caso presente in curva alle spalle di ‘a carogna nel pieno del dialogo in mondovisione con il sempre più incolpevole capitano azzurro.
Scrive il gip Pollio: «Secondo le risultanze che derivano dalle intercettazioni telefoniche, gli Esposito, dal maggio 2014, avviavano una più stretta frequentazione con Ettore Bosti, insieme al quale si occupavano di scommesse su partite di calcio, di viaggi ad Ibiza, trascorrendo parte del tempo insieme».
E si tratta di tempo trascorso insieme che in parte viene monitorato per lunghi mesi dalla Dda di Napoli, che in questo modo ripercorre anche alcuni passaggi rimasti segreti della presunta trattativa tra curva, camorra e giocatori di calcio. Superato lo choc collettivo per la morte di Ciro Esposito, ma anche il clamore per l’ ordine di De Tommaso di bloccare il match dell’ Olimpico, ci sono stati altri incontri tra alcuni dei protagonisti di quella notte.
Fotografie, intercettazioni, ricostruzioni di polizia giudiziaria di quanto avvenne in quel maggio di tre anni fa. Materiale completamente privo di rilevanza penale, destinato a non entrare nel fascicolo principale ieri culminato negli arresti degli Esposito. Materiale che offre uno spaccato di vita, a proposito di contatti che oggi forse rischiano di imbarazzare qualche calciatore del Napoli. Fatto sta che, stando a quanto emerso dal dietro le quinte di un’ indagine rimasta per forza di cose top secret, ci fu una sorta di convocazione, un incontro chiarificatore successivo ai fatti dell’ Olimpico.
Bisognava studiare una linea difensiva, qualora qualcuno avesse deciso di interrogare Gennaro De Tommaso, bisognava serrare le fila. Ed eccoli allora al tavolo che conta, con esponenti di imprenditori che potevano vantare solidi rapporti con la famiglia Bosti, sempre all’ insegna di qualche bottiglia di champagne a fare da corollario.
Rapporti mai interrotti, che seguono anche nel corso della seconda stagione di Benitez a Napoli.
Ed è ancora il monitoraggio fatto dalla Dia nel corso dei mesi che segue a raccontare il dietro le quinte di rapporti che invece subiscono una drastica strozzatura proprio con l’ arrivo siamo a due anni fa ormai – di mister Maurizio Sarri. Movida notturna nel mirino, la minaccia del ritiro forzato da parte di De Laurentis che non riesce comunque ad evitare una sorta di disfatta, con la sconfitta del Napoli in semifinale di Europa League per mano del Dnipro e ancora in semifinale di Coppa Italia contro la Lazio.
Nessun rilievo nei confronti dei calciatori del Napoli, neanche sotto il profilo disciplinare, fatto sta che negli ultimi due anni sono sempre di meno gli episodi degni di rilievo che possono entrare in un fascicolo giudiziario.
Restano poche tracce di un’ inchiesta che non scalfisce la serietà professionale dei calciatori azzurri, ma che basta da sola comunque a dimostrare quanto siano permeabili i mondi che si incrociano attorno alle magnifiche sorti del progetto Napoli.
Ma restiamo agli atti pubblici, restiamo alla storia dei fratelli Esposito e ai loro contatti con le star partenopee, i calciatori che tutti sognerebbero da queste parti di incontrare almeno una volta nella vita. Restiamo alle lettura di quanto emerge dall’ ordinanza di custodia cautelare per interposizione fittizia dei beni. C’ è una intercettazione che viene salvata e riversata agli atti e che riguarda proprio il gusto per la movida dei fratelli Esposito.
È notte, quando vengono intercettati nella stessa auto «Francesco Esposito, Giuseppe Esposito, Alessandro Veneruso, Maria Aterrano ed un’ altra donna».
Dunque? «I predetti, con altri soggetti che sono in altre autovetture, si recano a ballare in un locale situato sulla discesa Coroglio. Tra essi – insiste la pg – vi sono anche il calciatore Paolo Cannavaro, la moglie di quest’ ultimo, e Gabriele Esposito». A che titolo riportare questa precisazione?
Perché il giudice per le indagini preliminari ritiene opportuno indicare la presenza di un campione di razza, come il difensore e capitano del Napoli? Stando alla ricostruzione agli atti, si tratta di un capitolo decisivo proprio per offrire il quadro dei rapporti tra i fratelli Esposito e lo stesso Ettore Bosti, sempre e comunque facendo salva la completa estraneità di Cannavaro jr rispetto al contesto investigativo di cui stiamo parlando.
Ed è in questa ambientale che Alessandro Veneruso introduce l’ argomento Ettore Bosti: «…’o russ (alias Ettore Bosti) esce pazzo per Gabriele»; e una donna dice: «Giuseppe, se la vuole fare con te»; a questo punto interviene Giuseppe Esposito, che chiosa: «Ha voluto parlare con Paolo (Paolo Cannavaro, ndr) a quello piace stare un poco pulito… non ha capito che il problema è lui! Non l’ ha capito». Seguono battute, riferimenti di poco conto, in uno scenario che poi si è via via arricchito di fotografie.
Ma non si tratta di un servizio di appostamento o di immagini ricavate da chissà quale attività investigativa.
No, ciò che tiene alta l’ attenzione degli investigatori riguarda feste e incontri tra il gruppo degli Esposito e i big del calcio Napoli.
Foto con Higuain, ovviamente prima che il Pipita lasciasse Napoli, in una sorta di circolo ristretto che funzionava sempre, a Napoli come a Ibiza o in altre località ricercate. Calciatori sempre schivi e guardinghi con i tifosi, che si offrono agli scatti di cellulari privati, a conferma di un rapporto che si è decisamente consolidato.
Reina è tra i più gettonati, nel circolo amicale degli Esposito, al punto tale da spingere uno degli imprenditori finito ieri in manette a una sorta di manifesto pubblico, ovviamente via Fb: un inno all’ affetto al «fratello» Reina, che addirittura avrebbe rifiutato le avances della Roma, nonostante fosse sotto contratto. E fa niente, se poi Reina si «incazza», ma il dato è talmente importante agli occhi degli Esposito che va raccontato a tutti, con tanto di abbraccio fotografico da esibire.
Storie di ordinaria vita vissuta, in una città dove il peso dell’ influenza del calcio e del progetto Napoli resta altissimo. Scenario comunque profondamente mutato in questi ultimi tre anni, anche alla luce di una serie di colpi messi in campo proprio dalla magistratura napoletana: come l’ arresto di Ettore Bosti per fatti di camorra, l’ uomo della presunta trattativa, l’ ago della bilancia tra i Mastiffs (quelli di Genny la carogna), imprenditori che vantavano (o millantavano?) amicizie altolocate tra i vip del pallone e i potenziali testimoni di quello scambio di battute all’ Olimpico dalle telecamere di mezzo mondo – la cosiddetta trattativa – su cui ci doveva essere una sola versione da dare in pasto alla stampa e agli inquirenti.
Fonte: Leandro Del Gaudio – Il Mattino