‘Ndrangheta in curva, furia Agnelli: anche la Juve è stata prigioniera di tipi loschi!

L’edizione odierna del Corriere della Sera racconta di un Andrea Agnelli fuorioso per l’evolversi del processo Juve-‘ndrangheta. Ecco quanto riporta l’edizione odierna del giornale: “Il processo sportivo avrà toni accesi e sarà più complesso di quanto immaginavano i bianconeri. Nelle venti pagine dell’atto di accusa al presidente della Juventus, Pecoraro ribalta l’inchiesta penale. Secondo l’ex prefetto di Roma, diventato famoso tra i calciofili per aver trattato con Genny ‘a carogna e aver fatto giocare la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli nel maggio 2014, Agnelli non impediva “a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juve di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i gruppi ultrà anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito”.

Il nocciolo della storia è tutto qui. Un conto è andare a processo, insieme all’ex capo del marketing Calvo (ora al Barcellona), del responsabile del botteghino Merulla e del capo della sicurezza D’Angelo, per aver ceduto biglietti agli ultrà, magari con l’intento di mantenere la pace nelle curve. Un altro è essere accusati di avere rapporti con malavitosi. Sia chiaro che neppure la prima accusa è irrilevante. Ed è triste notare come anche la Juventus, considerata un modello di organizzazione, possa finire prigioniera di rapporti poco chiari con tipi loschi che sostituiscono la passione con interessi economici. Bagarini, più che tifosi. Agnelli dovrebbe essere il primo a pretendere chiarezza. Di sicuro qualcosa di poco chiaro succede nella curva dello Stadium“.