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Polemica Taglialatela, l’onorevole si difende: “Dimettermi come chiesto da Gazzetta? Sono tutti juventini”

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31 Marzo 2017 18:10 Di redazione
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Marcello Taglialatela, membro della Commissione Antimafia, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Canale 9: “Dimettermi come chiesto da La Gazzetta dello Sport? Non ci penso nemmeno. La mia intervista a La Zanzara ha fatto molto discutere ma vorrei sottolineare come a finire sotto attacco non sono stato io ma la Commissione Antimafia che si è occupata della Juventus, quasi fosse un reato di lesa maestà ascoltare il legale della società bianconera Chiappero”.

L’onorevole continua: “Nei prossimi giorni in Commissione ascolteremo anche il presidente Andrea Agnelli, non come imputato ma come persona che ci possa raccontare quanto accaduto. Sta emergendo, nella migliore delle ipotesi, un atteggiamento di superficialità che la dirigenza bianconera ha avuto con alcuni capi della tifoseria nella gestione dei biglietti; questo avrebbe portato a rapporti diretti e continuati con un capo ultras che si è scoperto legato alla ‘ndrangheta. L’Antimafia ha il dovere di approfondire queste questioni per evitare che si ripetano in futuro. La vicenda della foto con la sciarpa? Si tratta di un’immagine privata che ritrae un momento goliardico. Di sicuro c’è un giudizio morale negativo nei confronti di una società a cui sono stati revocati due scudetti e quindi va tenuta alta l’attenzione per evitare che si possa ripetere in futuro. Napoli fa notizia per le cose negative e quindi capita spesso una disparità di trattamento da parte dei media. Affrontare le questioni che riguardano una squadra molto amata in Italia e che ha un potere economico che va oltre l’aspetto sportivo fa sempre un po’ paura. La Gazzetta non può essere obiettiva perché nel suo bacino di utenza ci sono molti tifosi juventini: quello che sta accadendo in questi giorni ne è la riprova”.

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