Progetto San Paolo, 17 interventi nei prossimi due anni! Ecco tutti i dettagli
Gli interventi di riqualificazione cominceranno subito dopo l’ 8 dicembre, i lavori dureranno due anni. Eccolo il San Paolo del futuro, non diverso nella struttura, ma uno stadio che sarà messo in condizioni più decenti. Domani al Comune ci sarà la presentazione del progetto che la «Napoli Servizi» ha consegnato al sindaco l’ 11 novembre scorso e al quale in settimana il primo cittadino ha dato il via libera.
I soldi, aspetto più importante, ci sono: il Credito sportivo del Coni ha aperto concesso un muto da 25 milioni a Palazzo San Giacomo per gli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione. Diciassette gli interventi previsti dalla «Napoli Servizi». E’ prevista la «sostituzione della totalità dei sediolini», che saranno azzurri al posto di quelli rossi (sbiaditi) di oggi. Poi, via via, ci sarà la «sistemazione e impermeabilizzazione delle gradinate»; la «sistemazione dei piazzali»; la «messa in sicurezza delle carpenterie metalliche e delle bullonature», la «messa in sicurezza delle carpenterie metalliche e delle bullonature»; la «messa in sicurezza della copertura esistente con integrazione analoga laddove necessario».
Ed ancora: il «rifacimento dei bagni già esistenti» e soprattutto «la realizzazione di nuovi blocchi di bagni». Entro febbraio, poi, se il Napoli dovesse accedere agli Ottavi di Champions , dovrà essere pronta anche la nuova tribuna stampa. Dunque, una corsa contro il tempo. Quello che nell’elenco figura ai primi posti, cioè la sostituzione dei sediolini, in realtà è uno step che partirà a maggio, a fine campionato, per non intralciare il Napoli nella vendita dei biglietti. Tutto dovrà essere pronto entro gennaio del 2019 in occasione delle Universiadi, sebbene il San Paolo non sia sede prevista per alcuna manifestazione in quanto «in uso» al Napoli. Ma per quanto riguarda l’ assegnazione dell’ evento sportivo universitario il Coni ha previsto che «tutti gli impianti cittadini siano operativi e funzionanti entro la fine di gennaio del 2019».
Due anni, dunque, per rifare il maquillage allo stadio di Fuorigrotta dopo la bocciatura del progetto di Aurelio De Laurentiis per renderlo più accogliente e «degno» del blasone che si trascina, non foss’ altro perché al San Paolo ci ha giocato – e vinto due scudetti – Diego Armando Maradona. Col Napoli la discussione, dopo due anni, non però è decollata. L’ idea di una struttura simile allo «Juventus Stadium» si è arenata: quell’idea di stadio, al Comune di Napoli, proprietario della struttura, non è piaciuta perché ritenuto «troppo piccolo», con i suoi 41.400 posti a sedere; e con un investimento di 21 milioni più iva da parte del club azzurro ritenuti troppo pochi dal Comune per affidare per qusi un secolo, ad un unico soggetto ed in esclusiva, la struttura di Fuorigrotta e gli spazi antistanti. Da qui, la decisione di muoversi con gambe proprie e chiedere un mutuo al Coni per rifare lo stadio.
Una soluzione che alla fine è sembrata andare bene a tutti. Anche al Napoli, che comunque in passato aveva bocciato altre ipotesi di edificazioni di uno stadio che non fosse il San Paolo. Salvo poi, recentemente, quando De Laurentiis ha lanciato l’idea di far giocare il Napoli al Collana. Una proposta che è sembrata una provocazione visti i numeri che ad ogni partita muove il Napoli.
Fonte – Corriere del Mezzogiorno.