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Quagliarella: “Nel Napoli di Sarri in panchina! Non ho sentito ADL, ma sono tornato azzurro”

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27 Maggio 2017 08:29 Di redazione
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Fabio Quagliarella, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine del Mattino. Ecco quanto evidenziato:

Quagliarella, ha vinto lo scudetto la squadra che più lo ha meritato?
«I termini di paragone credo siano altri e più alti. La Juve ha vinto il sesto scudetto consecutivo, è arrivata alla seconda finale Champions in tre anni, ha consolidato un’ epoca. Dunque è riduttivo il confronto diretto stagionale».

Cosa è mancato al Napoli per vincere?
«Il Napoli sta consolidando un percorso: mentale, tecnico, tattico. Il tutto subito nel calcio può essere casuale, mentre è la costruzione nel tempo che porta al risultato. E il Napoli lo fa attraverso un gioco spettacolare».

Come si vedrebbe nella squadra di Maurizio Sarri?
«In panchina!» (ride di gusto, ndr).

Dell’ esplosione di Mertens cosa l’ ha più sorpresa?
«L’ integrazione con il gioco di squadra, il miglioramento tattico».

Quagliarella, senza l’ incubo di quello stalker, la sua carriera sarebbe stata diversa?
«Istintivamente mi viene da rispondere sì, e il punto di riferimento è il rapporto con Napoli, con il Napoli, con la gente della mia terra. Però sono orgoglioso di quello che ho saputo fare, non ho mai messo me stesso davanti agli interessi della squadra, adesso mi godo la stima dei colleghi e della gente, il rapporto sincero instaurato con la Samp e con i suoi tifosi».

Dopo la sentenza che ha condannato il suo stalker, ha sentito De Laurentiis?
«So che, prima o poi, capiterà l’ occasione: succede sempre così, tra uomini».

Insigne può diventare una bandiera del Napoli. Dovrebbe indossare la 10 di Maradona?
«Sono contento per lui, rientra in quel percorso che la squadra di Sarri sta facendo. Ma comunque vada, la dieci sarà sempre di Maradona… giustamente».

L’ incubo per la sua famiglia a Castellammare ore è finito?
«Papà e mamma sono i veri vincitori di questa brutta storia. Hanno dimostrato di essere più forti di tutto e di tutti. Sono orgoglioso di avere dei genitori così».

Il suo stalker le ha chiesto perdono?
«Raccontando ciò che è successo, ho voluto lanciare un messaggio, soprattutto per i ragazzi, per le donne, per tutti quelli che vivono una vita normale che può essere rovinata da altri e che magari non hanno, come ho avuto io, la fortuna di essere un calciatore professionista. Volevo dire alla gente che non bisogna mai abbassare la testa, che bisogna avere il coraggio di denunciare, di affidarsi agli organi di giustizia competenti».

Le è dispiaciuto che il Napoli abbia potuto dare anche minimamente credito a quelle voci screditanti?
«Tutto quello che Napoli e i tifosi di Napoli mi hanno dato in questi ultimi mesi è nettamente superiore a quello che ho dovuto sopportare allora».

Ci è rimasto male per il fatto che l’ abbiano ceduta e basta?
«Adesso la mia gente sa ed è questo l’ aspetto più importante. La carriera di un calciatore prima o dopo termina, la vita di un uomo continua ed è l’ uomo Quagliarella che oggi può andare in giro a testa alta».

Quale, tre le tante accuse, le faceva più male?
«La paura che si era insinuata nella vita di mio padre e di mia madre».

Schick è pronto per una piazza come Napoli?
«È cresciuto molto rispetto a quando è arrivato. Ha talento, senza dubbio, ma per un attaccante il difficile arriva quando gli altri iniziano a conoscerti, è in quel momento che devi dimostrare di avere qualcosa in più degli altri. Lui, in tal senso, può completare la formazione e farlo in una squadra come la Samp, potrebbe essere la soluzione migliore».

Hamsik è ancora uno degli uomini chiave?
«È diventato un centrocampista universale. Ha sempre rispettato la maglia del Napoli».

Vorrebbe indossare la maglia del Napoli anche solo per un’ altra volta?
«Il 12 marzo, quando i tifosi hanno esposto quello striscione, è come se l’ avessi indossata nuovamente. La sera prima avevo vinto il secondo derby stagionale a Genova, il giorno dopo ero seduto davanti alla tv ed è stato come ritornare in campo al San Paolo. Poi il futuro non posso mica prevederlo».

Ci ritornerà veramente martedì per un evento benefico.
«Mi farà piacere, ovviamente, ma io al San Paolo, anche prima di poter raccontare la verità, sono sempre sceso in campo con la coscienza pulita. È chiaro che l’ occasione sarà un’ emozione in più e mi aspetto tanta gente allo stadio per condividere con loro una festa dello sport».

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