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Reja: “Mi sento spesso con ADL, Sarri è il tecnico che ammiro di più. Il Napoli gioca il miglior calcio”

Opinioni
14 Gennaio 2017 09:01 Di redazione
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Edy Reja, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine del Corriere dello Sport. Ecco alcuni stralci: “Amici nel calcio? Non vorrei trascurare nessuno, mi sento ancora con De Laurentiis, qualche volta saluto Lotito anche se Lotito è un po’ particolare, però ho avuto rapporti splendidi con molti presidenti. Mi sento ancora con Percassi”.

Lei è stato cinque anni a Napoli e quattro alla Lazio, praticamente un record mondiale… “Forse sì… Anche a Roma non è che sia tanto facile durare quattro anni. A Napoli è stato molto molto difficile perché c’era la giusta pretesa di vincere sempre il campionato. Io ho iniziato dalla C, siamo passati alla B e poi alla serie A, ed era l’anno che, tra i cadetti, c’erano la Juventus, il Genoa, squadre forti. Quando andai via da Napoli non mi sono reso conto della considerazione che avevo, perché ero spesso criticato sia dai giornalisti che dalla gente. Quando sono ritornato con la Lazio a Napoli e sono uscito dal tunnel si sono alzati tutti in piedi e con l’applauso mi hanno accompagnato fino a quando non sono andato in panchina”. 

Qual è il momento più emozionante della sua vita di allenatore? “Ci sono due episodi: il primo è la vittoria che segnò la raggiunta promozione in A nell’ultima partita di campionato a Genova con il Napoli. Per i tifosi tornare nella massima serie dopo quattro anni era come riemergere da un temporale. Mi ricordo quando tornammo a Napoli e ci portarono con il pullman scoperto dall’aeroporto fino a piazza del Plebiscito, la gente era ovunque nella città ed era felice. Il calcio riesce anche a fare questo. L’altro ricordo più bello è stato il derby con la Roma. Abbiamo vinto al novantaduesimo, a venti secondi alla fine, con un gol di Klose”.

“Quando ero al Napoli giocavo con il 3-5-2 e i critici dicevano che ero vecchio. Ero vecchio, con questo cavolo di schema. Quando lo ha fatto Conte ha vinto il campionato con la Juventus. Lui era bravo, era un innovatore Invece quando io lo facevo a Napoli ero vecchio… Ora i moduli di gioco sembra siano delle mode, degli schemi ideologici, chiusi”.
Quali sono oggi i migliori giovani allenatori e i migliori giovani calciatori del calcio italiano? “Io ho avuto sempre una grande considerazione di Conte e Allegri, per me i due più forti. Però l’allenatore che apprezzo di più è Sarri, perché anche quando era all’Empoli faceva un gioco originale. Io andavo a vedere sempre l’Empoli perché volevo capire come giocava e apprezzavo la perfezione dei movimenti, soprattutto della linea difensiva. Anche lui ha fatto la gavetta come me, che ho iniziato in Interregionale e sono arrivato in Serie A a sessant’anni. Per me Sarri adesso è quello che gioca il miglior calcio in Italia”.

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