REPUBBLICA – Integralismo Sarri, nè uomo, nè zona: marcare il pallone! Il Napoli non sa il verbo distruggere

L’edizione odierna de La Repubblica, in un articolo a firma di Marco Azzi, mette in evidenza l’integralismo tattico di Sarri e il metodo difensivo, schematico, che prescinde dagli avversari: “Le misure — grossomodo — sono quelle: 184 centimetri d’altezza e una stazza che oscilla tra i 93 chilogrammi di inizio stagione e gli 87 attuali,ovvero il peso forma che permette a Gonzalo Higuain di esprimere al massimo il suo esplosivo talento, di cui Maurizio Sarri conosce nel dettaglio ogni sfumatura. Anche nella replica torinese di stasera, semifinale d’andata della Coppa Italia, i difensori azzurri l’affronteranno come un attaccante qualunque: senza dedicargli una marcatura differente dal solito, ma non per presunzione o mancanza di rispetto.

Il punto è un altro: l’organizzazione difensiva di Sarri, piaccia o no, prescinde dagli avversari di turno e non ammette eccezioni: neanche per Higuain. Il reparto arretrato del Napoli, con la sua linea sempre alta e tratteggiata al computer, grazie al drone, è stata addestrata per eseguire un compito molto particolare e rivoluzionario. Lo spagnolo Albiol e i suoi compagni non marcano né a uomo né a zona: devono invece andare a caccia di un avversario più imprevedibile e per le sue dimensioni sfuggente, dalla circonferenza di 64 centimetri e pesante 440 grammi.

È il pallone il centro di gravità di tutte le attenzioni del quartetto arretrato azzurro, costretto dal tecnico a un estremo cambio di strategia. L’integralismo di Sarri è assoluto, da questo punto di vista. Nel Dna del Napoli non esiste il verbo distruggere. Nessuna squadra, in serie A, commette meno falli (appena 254) degli azzurri: che vantano di gran lunga dopo 26 giornate il numero più basso di ammoniti, 40. È la nota dolente del calcio spettacolo di Sarri, che anche in questo caso trova conferma nei numeri”.