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REPUBBLICA – Rapporti calciatori-camorristi, la FIGC indaga: ecco cosa rischia il Napoli

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24 Giugno 2017 08:40 Di redazione
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Come riporta Antonio Corbo su Repubblica, la camorra si è fermata alla porta del Napoli. Non è mai entrata, la società l’ha respinta per anni, ma le relazioni tra giocatori vecchi e nuovi con i tre imprenditori di Posillipo arrestati dalla Dia fanno aprire una seconda inchiesta dopo quella della procura Antimafia.

Interviene il procuratore Giuseppe Pecoraro. Ha già acquisito i primi video e foto che provano l’eccessiva familiarità di alcuni calciatori con i fratelli Gabriele, Giuseppe e Francesco Esposito, definiti “re dei giocattoli”, ma titolari in segreto in una agenzia di calcioscommesse del circuito Eurobet, zona di piazza Mercato. Proprio il centro di raccolta delle giocate muove le indagini: è intestata ad un prestanome, un dipendente.

Video e foto ritraggono anche Maradona, escluso dall’inchiesta sportiva perché non tesserato. Coinvolgono invece sul piano federale Paolo Cannavaro oggi al Sassuolo, Higuain ceduto alla Juventus, Reina, Callejon e Maggio, che compare pure lui in una foto. Gli Esposito figurano ad un crocevia pericoloso nella ricostruzione giudiziaria: in penombra si intravede la camorra, con i clan Contini-Bosti e Sarno-Palazzo, il primo influente da Capodichino al Vasto fino a via Duomo, il secondo gruppo da Napoli Est a piazza Mercato.

Sotto il sole nelle gite in barca, sotto le luci di feste, discoteche e ristoranti costosi di Chiaia spuntano invece i calciatori in foto imbarazzanti, almeno dopo aver letto la notizia del blitz. Nulla vieta ad imprenditori indagati di frequentare i divi del calcio. L’articolo 12, comma 9 delle norme di giustizia sportiva però «fa divieto ai tesserati di avere rapporti con sostenitori e associazioni senza autorizzazione del delegato della società», una figura chiamata “Slo” introdotta dalla Federcalcio poco tempo fa. I nomi dei tesserati indagati non vi sono ancora.

Pecoraro potrebbe andare oltre: l’ex prefetto di Roma ha indagato sui rapporti tra Juve e esponenti della ‘ndrina di Rosarno, ma anche sul presidente del Latina per i rapporti con un personaggio chiacchierato. A Napoli sembra alla ricerca di altre tracce: ci sono nuovi retroscena e immagini? Il centro Dia, diretto da Giuseppe Linares, segue il Napoli dall’arrivo di Higuain. In quel periodo cominciò ad occuparsi dei fratelli Esposito.

Un video riprende anche la gita a Capri del bomber appena acquistato, introdotto da Paolo Cannavaro nel nuovo giro di amici. Higuain rimase ferito al mento per un tuffo maldestro. L’inchiesta dei pm Enrica Parascandolo, Francesco De Falco e Ida Teresi si conclude in una fase tranquilla, con studiato tempismo. Ma evita nelle due ordinanze anche immagini e intercettazioni da gossip, ininfluenti sul piano penale, forse interessanti su quello federale. Oltre a feste e doni, ci sono affari in comune tra gli Esposito e qualche giocatore? Pecoraro chiederà, se c’è, il dossier inedito in Procura. Per responsabilità oggettiva, secondo le nuove norme federali, c’è solo il rischio di ammende.

La posizione di Reina nel Napoli sarà rivalutata ma non subito: non c’è alcun indizio per pensare che sia stato finora condizionato dall’amicizia con i gestori segreti di scommesse, ma dopo le ultime rivelazioni il più innocente dei dubbi rischia di turbare l’anziano portiere spagnolo e i suoi più fedeli tifosi.

Deve parlarne il presidente con Reina, a cuore aperto. Pecoraro ha 60 giorni per indagare, possibili altre due richieste motivate di 40 e 20 giorni, approvate dalla Corte Federale. Vuol sapere di più l’Antimafia: nell’audizione del pm Enrica Parascandolo l’11 aprile apparvero delle criticità, si parlò del caso Lavezzi. E si intuì che c’era una indagine. Questa, appena esplosa. La Commissione ha già riconosciuto a De Laurentiis di aver sempre respinto infiltrazioni di clan. Il presidente di turno Marco Di Lello chiederà anche di Reina.

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