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RETROSCENA – “Feci salire Immobile sul treno giusto! Bravo un ex Napoli a chiudere col Sorrento”

Interviste
5 Novembre 2016 09:44 Di redazione
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Ovunque alla parola “rimpianto” s’affianca il nome di Ciro Immobile, l’attaccante che poteva servire, l’uomo giusto al posto giusto prima che accettasse la corte della Lazio. Mesi fa era stato accostato anche al Napoli: poche voci neppure troppo convinte, suggestione di mezza estate confermata anche da Massimo Filardi, ex azzurro, talent scout che lo pescò giovanissimo dall’anonimato aprendogli le porte del grande calcio.

Ecco la sua intervista rilasciata sulle pagine del Roma: Immobile al Napoli, perché no? «Quest’estate ci ho creduto davvero, evidentemente non era destino. Sono state fatte altre valutazioni ma lui voleva vestire l’azzurro, ci sperava, era il suo vero desiderio: glielo leggevo negli occhi ogni volta che lo incontravo, ne parlavo spesso anche col padre. Per il Napoli poteva essere un affare, la Lazio lo ha acquistato a prezzo di saldi. Immobile sarebbe arrivato con grande umiltà sapendo di doversi conquistare il posto, ma il Napoli ha deciso di continuare a dare fiducia a Gabbiadini».

Poteva essere l’attaccante ideale per il gioco di Sarri? «Sì, perfetto per il suo 4-3-3. Immobile ed Insigne giocavano ad occhi chiusi a Pescara, quest’anno c’erano davvero tutti i presupposti per vederlo al Napoli, specialmente dopo l’addio di Higuain. Peccato…».

Intanto stasera sarà l’osservato speciale di Napoli-Lazio. «Al San Paolo ci saranno tantissimi parenti ma difficilmente avvertirà la pressione. L’auspicio dei tifosi è che possa farsi condizionare, ma conoscendolo dubito accada. Il Napoli dovrà esser bravo a non lasciargli neppure un centimetro in area perché Immobile è in grado di segnare in qualsiasi modo».

Come si scopre Ciro Immobile? «All’epoca lavoravo per la Juventus, scovavo giovani promesse. Lo adocchiai all’età di sedici anni, giocava nel Sorrento, pochi anni prima era stato scartato dalla Salernitana. Dalla mia segnalazione la Juventus decise di scommettere su di lui, bravo anche Ciro Ferrara a chiudere la trattativa col Sorrento. Noi lo abbiamo solo messo sul treno giusto, lui è stato bravo a non scendere più sfruttando al massimo la grande occasione».

Perché si fece preferire agli altri coetanei? «Quello che mi colpì fu la sua fame e determinazione. È difficile, oggi, trovare la medesima voglia nei ragazzini. Immobile mi colpì per la sua generosità: oltre a far gol correva tantissimo, aiutava la squadra ed era utile ai compagni. Doveva solo migliorare sul piano tecnico, ora è un attaccante completo, tra i migliori in circolazione». 

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