RETROSCENA – Sarri tentò di cambiare ruolo a Callejon, poi la quadra: numeri mostruosi
Come evidenzia l’edizione odierna del Corriere dello Sport, il Napoli è la Nazionale di Callejon: non è retorica, neppure una forzatura. Semplicemente empatia, una splendida storia, il racconto di uno spagnolo che da queste parti s’ è sentito subito a casa: coi tifosi, coi compagni, con un calcio che poteva ostacolarne le abitudini.
Tutt’ altro. Callejon s’ è rifugiato nella Serie A, ha riscoperto un mondo dopo aver accettato (ma a fatica) l’ etichetta di «alternativa» al Real Madrid, pupillo di Mourinho ma anche co-protaonista all’ ombra degli altri. Il resto è attualità: la chiamata di Benitez, l’ impatto con le novità, i primi consensi ed infine le radici ben piantate ai piedi di una città che lo ha eletto idolo, per come gioca e per com’ è fatto, per quel che (non) dice, per la serietà che stona con il contesto.
Sarri inizialmente tentò di plasmarlo (attaccante nel 4-3-1-2) e poi capì di non poterlo separare dalla sua stessa natura. Oggi il «gol alla Callejon» è un principio di perfezione e furbizia.
Di Callejon si parla sempre troppo poco: sfugge alle polemiche, agli eccessi, ai «rumors» di mercato. Volendo è possibile perdersi nei (suoi) numeri: 211 presenze in quattro stagioni d’ azzurro (con questa cinque), 63 gol, 49 assist e cos’ altro aggiungere? Che gioca sempre (in attacco più di chiunque altro) eppure non sembrerebbe, perché non avverte fatica.