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Retroscena shock: “Quagliarella camorrista, pedofilo, sesso e droga: quelle lettere anonime a Castel Volturno!”

Calciatori
20 Febbraio 2017 11:00 Di redazione
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L’edizione odierna de La Repubblica racconta i particolari della vicenda Quagliarella, svelando alcuni retroscena: Anche le lacrime parevano sfinite: «Alla fine uno chiede solo una cosa, vivere serenamente con la propria famiglia». Fabio Quagliarella ieri ha segnato il pareggio contro il Cagliari, ha esultato davanti ai suoi tifosi, è andato ad abbracciare in panchina Palombo e Cigarini, compagni di squadra, amici discreti. Poi, a fine partita si è lasciato andare. Distrutto dentro da accuse terrificanti, che la giustizia italiana ha certificato come calunnie oltre sei anni dopo. Quagliarella camorrista. Quagliarella pedofilo. Quagliarella re dei festini, sesso e droga a fiumi.

Le lettere anonime che il poliziotto stalker della Postale Raffaele Piccolo aveva spedito pure a Castel Volturno crearono così tanti imbarazzi da “consigliare” a Quagliarella di lasciare prima il ritiro del Napoli, poi la propria città per andare alla Juve. Era l’agosto del 2010 e mentre partivano accuse inventate la famiglia della punta subiva minacce: «Non è che da un giorno all’altro mi sono svegliato e ho voluto lasciare Napoli. Lì stavo da dio, ero a casa mia dopo una carriera in giro. Sono state dette tante infamità, cattiverie, falsità. L’unica causa era solo ed esclusivamente questa».

Quagliarella, che ha appena rinnovato per altri due anni con la Samp, non sputa fuori il veleno
che l’ha soffocato. Dice solo che «queste persone veramente non meritano tante cose». Non cerca vendette, anzi «ringrazio la giustizia, non è facile condannare un poliziotto». Raffaele Piccolo si è preso 4 anni e 8 mesi, Quagliarella intanto ha continuato a fare il suo lavoro. In silenzio: «Siamo pagati profumatamente ed è giusto che in campo facciamo il nostro dovere. Quando tutti sentono di poter dire la loro opinione ma tu non puoi perché ci sono le indagini in corso… beh, non è facile».

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