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IN RISPOSTA A GABBIADINI, TRA COSCIENZA E CALCIO VERO. RAFA, MOU E SARRI

Opinioni
28 Febbraio 2017 13:24 Di redazione
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Manolo Gabbiadini ha rilasciato un’intervista ai colleghi della Gazzetta dello Sport. Andando oltre la piacevolezza del racconto, alcune risposte dell’ex calciatore del Napoli non ci sono molto piaciute, soprattutto quando si è velatamente addentrato nel giudizio critico dei modi di fare di Sarri. Prima gli ha riconosciuto di essere tra i migliori allenatori con cui ha lavorato, poi ha parlato di un uomo che non parla in faccia. Quindi ha sottolineato che con Benitez c’era più alternanza e che, con lo spagnolo, il Napoli ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. Le qualità umane e calcistiche dell’attaccante bergamasco non sono in discussione, ma siamo delusi da queste risposte di pancia a poche ore dall’ottima prova offerta contro il Manchester United di Ibrahimovic in Coppa di Lega inglese. Una mirabile doppietta applaudita anche da Mourinho. Due prodezze da prima punta. Ed è proprio qui che casca l’asino. Perchè in azzurro non è riuscito ad imporsi? Troppo comodo scaricare le colpe su Sarri di cui tutti i calciatori parlano bene al punto che hanno fatto quadrato intorno a lui dopo la sparata “madrilena” di De Laurentiis. 

La verità è che Sarri ha voluto la sua conferma ad inizio stagione, il titolare era Gabbiadini nonostante i circa 35 milioni spesi per acquistare Milik. A Pescara, all’esordio in campionato, di Manolo nemmeno l’ombra. Ed è inutile parlare delle distrazioni per le voci di mercato, evitiamo le banalità. Un campione si vede nelle pieghe del suo carattere. Nella ripresa, con il Napoli sotto di due gol, è entrato Mertens: risultato? Doppietta e rigore negato! Da prima punta, in un ruolo che poi è diventato il suo a suon di gol, diventando prolifico come Higuain.

E allora, caro ragazzo, almeno un po’ di sana autocritica ce la saremmo aspettata anche perchè il destino ha voluto darti un’altra chance con l’infortunio del polacco che stava segnando a raffica. Anche in quel caso poco o nulla, se non qualche fiammata. Una delle tue, una di quelle di cui sei capace. Ricordare qualche momento in cui Sarri poteva forse gestire diversamente, è giusto, ma il problema era solo in testa, solo psicologico. Il resto è fuffa, chiacchiere inutili o reazioni scomposte da cartellino rosso come a Crotone! Ora ti tocca giocare in una buona squadra, ma il tuo sinistro meriterebbe ben altro. E questo conferma che, forse, serve un’altra maturazione che ti possa portare, con tutto il rispetto per il Southampton, in un club in grado di valorizzare il tuo enorme potenziale. E’ tutto nella tua testa, non in quella di Sarri. E Mertens lo ha dimostrato.

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