I segreti del contratto di Sarri, quadriennale “particolare”: nel 2018 può divorziare

Come evidenzia l’edizione odierna del Corriere dello Sport, pure stavolta s’avverte il «rumore degli amici» quando nell’etere si diffonde ciò che Sarri, con modalità squisitamente toscane, dunque infarcendo il discorso d’ironia, fa riferimento al contratto: «Io devo tanto a De Laurentiis e gli sono grato, perché ha avuto le palle di credere in me. Ma al prossimo accordo vorrei arricchirmi».

Sarri firma per il Napoli nell’estate del 2015: un quinquennale, a settecentomila euro, con opzione di rinnovo da esercitare, stagione per stagione, entro il 31 maggio. I risultati, lo spettacolo, l’empatia spingono a riscrivere tutto e a Roma, a campionato appena concluso, con la Champions in tasca e la felicità che sgorga ovunque, De Laurentiis, l’ad Chiavelli, Sarri e il suo manager Pellegrini praticamente «stracciano» il contratto e ne riproducono, con ciò che pare un capolavoro, una nuova versione moderna, appagante, soddisfacente per chiunque.

Stavolta c’è un quadriennale «particolare»: scadenza fissata nel 2020 (il primo biennio ad un milione quattrocentomila euro, dunque il doppio del precedente negoziato; il secondo ad un milione cinquecentocinquantamila euro) però con la possibilità – e ora bilaterale – di divorziare nel 2018: il Napoli, se volesse, versando un milione di euro; e Sarri, nel caso in cui ne sentisse il bisogno, attraverso il pagamento di una penale da otto milioni di euro. C’è una atmosfera familiare, sui tweet.