Simoni: “Napoli, in alcune partite sono mancati gli attributi! Che rammarico Ferlaino…”

L’ultimo allenatore a guidare un Inter vittoriosa in campionato al San Paolo è stato Gigi Simoni. Correva il 1997. Il doppio ex ha lasciato un’intervista sulle pagine della Gazzetta dello Sport: Cos’è servito allora all’Inter per vincere e cose le servirebbe adesso per ripetersi? «La personalità. Sbancare il San Paolo non è facile, non lo è mai stato. Occorre metterci gli attributi. La mia Inter ne aveva da vendere, quel giorno in campo c’era gente come Bergomi, Zanetti e Galante. Questa Inter è a tratti molto bella a vedersi ma non ha gente di grande personalità».

Nemmeno Icardi può essere considerato un leader? «È un attaccante fortissimo, segna con medie straordinarie. È un leader tecnico ma non carismatico. L’Inter attuale ha tanti buoni calciatori, può sfoderare una grande prestazione anche contro il Napoli ma pecca nella continuità perché magari in provincia non trova le motivazioni che avrà di sicuro domani sera».

Dunque, è impensabile credere di tornare a lottare almeno per la Champions? «No, anzi. Il tempo per recuperare non manca e neppure la qualità, bisogna prendere esempio da quello che ha fatto la Juve lo scorso anno e quindi abbinare alle doti dei singoli quella cattiveria agonistica collettiva che fino a ora è mancata. Sono certo che Pioli lavorerà anche su questo aspetto».

Anche il Napoli di Sarri sta incontrando qualche difficoltà, come se lo spiega? «La squadra crea tante occasioni e non sempre le concretizza tutte. In casa però è davvero una macchina da guerra, nonostante qualche recente passaggio a vuoto. Secondo me pure agli azzurri sono mancati gli attributi in alcune partite, quelle che devi vincere non attraverso il gioco ma con la giusta determinazione».

Simoni come finisce domani? «Io spero in un pareggio. Con queste due squadre ho vissuto le mie emozioni più grandi: la vittoria della Coppa Uefa con i nerazzurri a Parigi e, sa cosa le dico, il successo ai rigori del Napoli sull’Inter in Coppa Italia in quel febbraio del ‘97. Peccato solo che Ferlaino mi esonerò prima della finale, anche se così fui chiamato da Moratti».