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Svolta San Paolo: c’è l’accordo, sky box sulla pista e accordo pluriennale, i dettagli

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18 Agosto 2017 08:45 Di redazione
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Chiarita la questione finanziaria – finita sostanzialmente in pareggio su chi deve pagare spese pregresse sostenute per il San Paolo – Comune e Società sportiva Calcio Napoli hanno ripreso il dialogo sul futuro dello stadio, a iniziare dal suo aspetto, e dunque anche sulla convenzione per la gestione della struttura di Fuorigrotta.

Al patron Aurelio De Laurentiis a settembre verrà sottoposta da parte del Comune una bozza per la gestione dell’ impianto nel prossimo biennio, quello interessato dai lavori per circa 25 milioni da parte di Palazzo San Giacomo, terminati i quali, tra le parti si dovrebbe arrivare a un accordo pluriennale. Se il Presidente accettasse questo schema – e stando a quello che trapela le parti ne stanno discutendo – sarebbe proprio il periodo post lavori del Comune a vedere gli interventi da parte della Società: vale a dire riutilizzo e rifunzionalizzazione delle parti interne ed esterne dello stadio.

E tra queste opere spunta fuori una idea lanciata dalla Società Sportiva: installare sulla pista di atletica dei box per tifosi vip, strutture smontabili da utilizzare solo quando ci sono le partite. Un modello che è usato in Europa in particolare in alcuni stadi inglesi. Il fatto stesso che se ne parli significa che De Laurentiis sarebbe in qualche modo interessato a restare al San Paolo senza per questo escludere l’ intenzione del Patron di costruire in un futuro non molto lontano uno stadio del Calcio Napoli.

Cosa sono gli sky box? Molto più di un palco, sostanzialmente si tratta di salottini, tribune speciali anche per una decina di persone che consentirebbero di vivere l’ evento partita in maniera del tutto esclusiva e con il massimo del comfort.

Quello che si andrebbe configurando è un accordo – ma giova sottolineare che il Napoli calcio per ora lavora con i suoi avvocati solo sulla convenzione per il biennio 2017-2019 – che prevede lavori e opere per l’ impianto di tipo strutturale a carico del Comune con i famosi 25 milioni erogati dal Credito sportivo attraverso un mutuo, e lavori del recupero degli spazi interni ed esterni dello stadio a carico della Società, e lo spazio certo non manca per installare nel ventre dello stadio locali commerciali, ristoranti, punti vendita dei prodotti griffati Napoli, parcheggi e altri attrattori in carico alla Società.

Questo lo schema – per così dire – politico per dare al San Paolo un volto decisamente più moderno e confacente alle necessità del Comune e soprattutto alle esigenze della Società sportiva. Uno schema che sulla carta potrebbe funzionare se si considera che effettivamente questa volta c’ è la certezza sui dei lavori strutturali per l’ impianto di Fuorigrotta che devono inderogabilmente essere ultimati per l’ estate del 2019 quando inizieranno le Universiadi.
È chiaro che sia per la convenzione biennale che quella eventuale a lungo termine la Società dovrebbe pagare un canone al Comune che si aggira intorno ai 700mila euro annui almeno stando ai calcoli attuali.

Il San Paolo è un impianto comunale «messo a reddito» e di conseguenza deve produrre utili per il Comune altrimenti Palazzo San Giacomo dovrebbe fare letteralmente i conti con la magistratura contabile visto che è anche un ente in predissesto. Torniamo ai lavori che il Comune sta effettuando perché anche su questo fronte – oltre alla convenzione ponte – ci sono novità. Vale a dire che Palazzo San Giacomo con 20 dei 25 milioni disponibili per rifare il trucco al San Paolo bandirà una gara rivolta a professionisti del settore con la aula oltre all’ aspetto strutturale chiederà di tenere d’ occhio anche la questione estetica.

Precisato che la pista di atletica non verrà smantellata e sarà oggetto di un investimento di circa 3 milioni per le Universiadi, fondi non del Comune, Palazzo San Giacomo chiederà ai progettisti di non badare solo alla sostanza: dai sediolini alla tinteggiatura, al rifacimento dei gradoni alle balaustre tutto dovrà avere un aspetto accattivante e al passo con i tempi. Basteranno quei fondi? Con un buon progetto il San Paolo potrebbe cambiare decisamente aspetto e recuperare un certo appeal.

Quanto all’ orribile copertura, non verrà smantellata perché ci vorrebbero 15 milioni per farlo, invece sarà oggetti di interventi di messa in sicurezza e consolidamento per un valore di un milione, nella sostanza verranno cambiati tutti i bulloni dei piloni che la sostengono, ripulita e altri aggiusti vari. Per il momento i lavori che interessano il San Paolo – controllati a vista dall’ assessore allo Sport Ciro Borriello – riguardano la sicurezza, in particolare gli impianti a iniziare da quello antincendio e una struttura primaria che è quella dei bagni. Come è noto al San Paolo sono pochissimi, la maggior parte impianti chimici, indegni di una città civile. È in calendario la progettazione di 54 batterie di bagni che verranno installati in tutto l’ impianto.

Bagni studiati anche per contenere le intemperanze di pseudo tifosi. Sui tempi c’ è ancora un po’ di nebbia, ma a Palazzo San Giacomo confidano ci installarne un buon numero già in questa stagione agonistica. Bisogna fare presto non solo per questioni di decoro e civiltà ma anche perché chiudere questa step dei lavori significa potere accelerare per quello che riguarda la progettazione da 20 milioni che vedrà De Laurentiis dare qualche consiglio.

Fonte: Il Mattino

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