Verona, Fusco: “Ho esordito in A proprio col Napoli. Intrigato di vedere Pecchia al cospetto di Sarri”
Filippo Fusco, direttore sportivo del Verona, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport:
La ricorda la sua ultima partita da d.s. di A?
«Certo, è stata Perugia-Napoli nell’ ottobre del 2000.
Finì 1-1, pareggiammo in dieci su un campo difficile come il Curi ma dopo quella gara Corbelli decise di esonerare Zeman ed io diedi le dimissioni. E pensare che ci venne ingiustamente annullato il gol della vittoria, lo aveva segnato Fabio Pecchia».
Corsi e ricorsi. Oggi Pecchia fa il suo esordio in A: se lo aspettava che sarebbe arrivato così in alto?
«Sono emozionato per lui, lo confesso. Ci lega un rapporto ventennale, eppure quando ha finito di giocare gli sconsigliavo di fare l’ allenatore. Galeotta è stata quella sera con Benitez quando Fabio venne con me da Rafa a Liverpool: un semplice scambio di saluti diventò una chiacchierata di due ore su tattica e schemi» .
Dopo Benitez sulla panchina del Napoli è arrivato Sarri. Dura incrociare subito il suo Napoli?
«Per noi la squadra azzurra ha rappresentato un riferimento lo scorso anno perché gioca sempre in modo propositivo, quello che abbiamo provato a fare anche noi in B. Sono intrigato dall’ idea di vedere Pecchia al cospetto di tanti grandi allenatori, a partire proprio da uno di alto livello come Sarri».
Se il Verona dovesse salvarsi il suo allenatore è pronto ad un tuffo nel lago, lei cosa promette?
«Non saprei cosa dire e comunque non sono scaramantico. Io spero che il Verona rimanga fedele anche in A alla sua filosofia di calcio, mantenendo la barra dritta nei momenti difficili e provando a colmare con l’ organizzazione ed i valori morali la differenza tecnica che c’ è con alcune squadre».
Ripartite da una base solida, come ha deciso di fare anche il Napoli. Gli azzurri sono i favoriti per lo scudetto?
«Sarà un campionato decisamente equilibrato, con cinque squadre che possono centrare l’ obiettivo tricolore.
Certo, per la Juve diventa ogni anno più difficile perché la concorrenza mi sembra essersi attrezzata bene».